Dietro il pressing su Mattarella non c’è l’emergenza Covid, ma la paura del Cav al Colle
Più che l’emergenza Covid, è il terrore del Cav. inteso come Berlusconi a far uscire dal novero degli eventi impossibili la rielezione di Mattarella. Basta leggere i giornaloni: più prende piede l’ipotesi di Berlusconi al Quirinale, più il bis del presidente uscente incrocia sponsor e auspici. L’ultimo in ordine di tempo lo ha espresso Enrico Letta, seppur facendo attenzione a non urtare la suscettibilità del diretto interessato, che non una ma cento volte ha opposto il suo fermo e irrevocabile diniego. Ma la politica, si sa, è l’arte di trasformare l’impossibile in possibile. E nulla più di un Parlamento impantanato nel proprio indecisionismo mentre fuori il morbo semina contagi, vittime e panico può spalancare la porta al clamoroso ripensamento.
Si moltiplicano gli appelli a Mattarella
Già, dovesse realmente accadere, come reagirebbe il centrodestra? Ieri Salvini ha escluso l’ipotesi della rielezione, ma più per non pensarci che per intimo convincimento. È nota invece la contrarietà di Giorgia Meloni e anche da Forza Italia, nei giorni scorsi, è trapelata una certa indisponibilità. È chiaro che Mattarella potrebbe dire sì solo di fronte ad una supplica corale dei gruppi parlamentari o proveniente dall’ampio recinto in cui pascola la maggioranza di governo. In concreto vuol dire che bisogna eleggerlo subito. Diversamente, non se ne fa niente. A quel punto, il centrodestra deve aver nel frattempo provveduto a raccogliere i 505 voti che consentirebbero a Berlusconi di tagliare il traguardo del Quirinale al quarto scrutinio.
Il centrodestra stia in campana
Non sarebbe solo necessario, ma vitale. Se così non fosse, infatti, la coalizione FdI-Lega-FI si troverebbe nella scomoda situazione di chi ha bocciato una soluzione a portata di mano e favorita dalla continuità senza disporre di un’alternativa praticabile. Il tutto mentre in tv alle immagini di un Parlamento inconcludente si alternerebbero quelle relative alla situazione nelle terapie intensive. Sarebbe come giocare col fuoco. È il motivo per cui Meloni, Salvini e Berlusconi dovranno valutare ogni possibile scenario nei suoi minimi dettagli. Compreso quello del bis di Mattarella. Soprattutto perché, da impossibile che era fino a ieri, è diventato possibile – se non probabile – sui giornali di oggi. Un motivo ci sarà.