E’ un gambiano lo stupratore della studentessa americana. Ma di lui a Roma non c’è più traccia
Sembra sparito nel nulla il gambiano accusato di avere drogato e poi violentato una studentessa americana di 19 anni. L’uomo, 27 anni, non abita più nell’appartamento dove si è consumata la violenza, a Giardinetti, e dove la polizia è riuscita a arrivare grazie alle indicazioni della vittima.
La violenza risale a metà ottobre, si cerca un gambiano
A fornire i particolari dell’inchiesta è il quotidiano Il Messaggero, che rivela che l’episodio di stupro risale a due mesi fa ma ancora non si trova una pista che conduca al gambiano ricercato dalla polizia. “A fornire l’indirizzo esatto dell’uomo è stata la stessa studentessa, che dopo due giorni di torpore ha iniziato a ricordare quanto accaduto nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 ottobre. La serata con le amiche al locale Alibi di Testaccio, loro che vanno via in taxi, lei che decide di rimanere ancora un po’. Si siede su un marciapiede, quindi l’incontro con quel ragazzo, un altro locale e il drink, offerto dal giovane appena conosciuto. Poi il buio”.
Il risveglio nel letto accanto all’uomo che l’aveva drogata
“Quindi il risveglio in quella casa, la discussione accesa e il furto dei gioielli. E il presunto stupratore che alla fine chiama il taxi. Agli agenti la ragazza ha anche fornito un numero di cellulare. Ed è proprio attraverso quel numero che gli agenti lo hanno identificato”.
L’utilizzo della droga dello stupro da parte del gambiano
L’uomo, per stordire la studentessa, avrebbe usato la famigerata droga dello stupro. Una tecnica spesso utilizzata per poter abusare della “preda” a piacimento impedendole di difendersi. La ragazza ricorda anche che altre sue coetanee le si sono avvicinate per metterla in guardia, dicendole di stare attenta. Poi i ricordi si interrompono. La studentessa ha raccontato agli inquirenti “di essersi svegliata la mattina dopo in una stanza buia. «In quel momento non ho fatto nulla ero terrorizzata, lui era nel letto con me. Ho detto voglio chiamare il taxi e andare via. Lui mi ha bloccato la chiamata, mi ha preso i vestiti e mi ha ributtato nel letto. L’ho supplicato e a quel punto ha ceduto. Ho richiamato e sono venuti a prendermi». La giornata di sabato e quella successiva la ragazza le trascorre in uno stato di torpore. Solo il lunedì pomeriggio va dal medico e poi all’ospedale Santo Spirito. Infine decide di rivolgersi alla polizia”.