Esce “Eroi bestiali”, il libro di Andrea Koveos che racconta gli animali della guerra di Troia (video)
Molto prima degli “animali fantastici” di J.K. Rowling c’erano loro: gli animali descritti da Omero. Molti furono degli eroi, non solo per istinto, ma per libera scelta. Creature straordinarie, compagni fedeli di imprese temerarie dimenticate. I più perirono sul campo di battaglia, uccisi dalla stupidità degli uomini, altri vissero all’ombra di gloriosi generali. Alcuni cambiarono il corso della storia. A restituire loro un posto nell’immaginario collettivo ci pensa ora il giornalista Andrea Koveos in Eroi bestiali. Gli animali della guerra di Troia (Rossini Editore, pp. 452, euro 21,99), con la prefazione di Mario Tozzi. Il libro è composto di trenta storie, ognuna delle quali illustrata dal giovane artista Federico Lucidi, di diversi protagonisti non sapiens: i cavalli immortali di Achille, Xanto e Balio; lo stallone di Ettore, Podargo; il centauro Chirone, la serpe funesta che morse Filottete.
Gli “Eroi bestiali” di Omero raccontati da Andrea Koveos
Chi non conosce il cane Argo di Ulisse? Forse, però, pochi sanno come trascorse venti anni da solo a Itaca. Ancora, il cattivo Polifemo si commosse davanti al suo amato ariete. Animali che raccontano in prima persona le debolezze degli uomini: le mucche del dio Sole, le pecore trucidate da Aiace, le mule di Nausicaa, le oche di Penelope, le Sirene, i porci della maga Circe, il ronzino di Tersite. Anche se di legno, fu un cavallo il protagonista assoluto del conflitto, inganno che per la prima volta nella storia prende la parola e racconta la sua versione dei fatti. C’è di più: Porcete e Caribea, i due serpenti che uccisero i figli di Laocoonte, messi alla sbarra, dimostrarono che agirono per legittima difesa.
I poemi omerici da un altro punto di vista
«Non si tratta di un’opera di filologia, ho voluto solo dare il giusto riconoscimento agli animali non umani presenti nei poemi omerici», ha spiegato Koveos, impegnato da tempo in un’opera di divulgazione della cultura omerica attraverso gradevolissimi video social. È nella prefazione di Tozzi che si legge poi che «ci riteniamo gli animali più intelligenti di tutti, quelli che una mano invisibile e divina ha posto al vertice di una piramide immaginaria, che parte dai batteri e arriva a noi, passando per tutti gli altri viventi. Già una sciocchezza simile la dice lunga sulle nostre conoscenze biologiche, ma il bello è che riteniamo tutti gli altri animali sostanzialmente inferiori. Ecco perché non ne riconosciamo il ruolo e tendiamo a non dare importanza alle estinzioni che infliggiamo loro». E forse lì dove falliscono biologi e naturalisti, potrebbero riuscire gli umanisti a rendere edotti gli uomini che non esiste un pianeta composto solo da sapiens.