Fatti distinti dalle opinioni? No, “Fatto” separato da Grillo. Travaglio bacchetta il comico indagato
“Fatti separati dalle opinioni“, ma anche Fatto (Quotidiano) separato da Beppe Grillo. Leggere, per credere, la risposta del direttore Marco Travaglio a un lettore che lamentava il contropelo riservato dal giornalista Marco Lillo all’Elevato, indagato da un paio di giorni per traffico d’influenze illecite. Un invito a nozze per Travaglio che non aspettava altro per impettirsi di coriacea coerenza e dimostrare coi fatti, pardon col Fatto, che di fronte alle Procure per lui non c’è amicizia che tenga. Neppure se l’amico indagato si chiama Grillo ed è il fondatore di quel M5S, di cui proprio Travaglio è il vero azionista di riferimento.
Travaglio risponde ad un lettore indignato
«Il reato – ha infatti premesso il direttore nella sua risposta – è tutto da dimostrare (…). Ma il fatto di ricevere soldi da un concessionario pubblico (l’armatore Vincenzo Onorato, ndr), inoltrare le sue richieste a ministri e parlamentari 5 Stelle e poi girare a lui le loro risposte è un comportamento inaccettabile». Ineccepibile, aggiungiamo noi. Ma altrettanto degno di menzione è il pistolotto finale, interamente dedicato a magnificare la presunta diversità antropologica dei grillini, non a caso lodati per non aver dato seguito alle sollecitazioni del loro capo.
Ma pesa anche il “fattore Conte”
«Perché – spiega – non hanno dimenticato (almeno loro) chi li ha votati e perché. Dimostrando così – checché ne dicano i giornaloni festanti – di non essere “uguali agli altri“».Qui, però, la prosa si fa un po’ meno epica e più da cortile, quello pentastellato. Travaglio, si sa, è il puparo da remoto di Giuseppe Conte, mentre Grillo lo avrebbe volentieri restituito allo studio Alpa una volta uscito da Palazzo Chigi. Da tempo, anche questo è noto, il fondatore e l’ex-premier si guardano in cagnesco. Anzi, fosse dipeso dal comico, di certo Giuseppi non si troverebbe a capo (si fa per dire) del MoVimento. È lì perché piace a Travaglio e al suo giornale. E guai a chi lo tocca. Ora lo sa anche Grillo.