Fazzolari, modello Repubblicano di Salvini? L’ha copiato dalla Meloni che l’ha lanciato ad Atreju
Fa discutere la proposta di Matteo Salvini di una «federazione di centrodestra delle forze che appoggiano il governo Draghi», sul modello Repubblicano americano. E mentre Forza Italia anticipa il suo sì, premurandosi soprattutto di ricordare che è stato Silvio Berlusconi ad avanzare per primo un progetto in questi termini, il senatore di Fdi, Giovanbattista Fazzolari, (responsabile nazionale del programma di Fratelli d’Italia), prova a fare chiarezza e, soprattutto ordine. Una precisazione politica e cronologica in base alla quale l’esponente di Fdi sottolinea tempistiche ed eventuali applicazioni della possibile manovra. Cominciando con il puntualizzare doverosamente che una proposta del genere –scrive su Twitter Fazzolari – è arrivata da «Giorgia Meloni a dicembre ad Atreju, anche in virtù del fatto che i Repubblicani Usa fanno parte del movimento Conservatore insieme a Fratelli d’Italia. Evidentemente l’idea è piaciuta».
Le reazioni alla proposta di Matteo Salvini di una federazione di centrodestra
E non solo ai conservatori d’Europa a quanto pare. Così, dall’approvazione si è passati alla clonazione, e alla rivendicazione. Con tanto di recriminazioni e polemiche che dalla Lega arrivano nel cuore del vecchio continente. Dove, fra i tanti a commentare la proposta salviniana di un “partito Repubblicano” sul prototipo di quello Usa, è intervenuto in queste ore anche Paolo Alli, presidente di Alternativa Popolare: un piccolo partito che fa parte a tutti gli effetti del Ppe, dal 2014, con un delegato nell’assemblea della prima e più longeva forza politica dell’Ue. Alli infatti, recepito l’exploit salviniano, ha prontamente rilevato: «La Lega vive tra Italia ed Europa una situazione “anomala” e anche un po’ “schizofrenica”. Con uno schema esattamente invertito: in Italia sta al governo e dialoga con le forze centriste».
Alli (Ap): «Lega schizofrenica, in Italia punta ai centristi. In Europa sta coi neonazisti tedeschi»
«Mentre a Bruxelles – prosegue il presidente di Alternativa Popolare – sta dall’altra parte, a capo del gruppo della Le Pen: Identità e Democrazia». Al punto che il Ppe – incalza Alli dal fronte della numerosa famiglia politica europeista – dialoga più agevolmente con Giorgia Meloni e con i Conservatori: il gruppo Ecr. Pertanto, aggiunge in conclusione, «spero che gli eventi degli ultimi giorni inneschino una riflessione critica all’interno della Lega che porti a sciogliere questi nodi. La Lega deve decidere: se in Italia rappresenta il mondo dei moderati, lo deve fare anche in Europa». Sentenziando infine: «Il Carroccio non può collocarsi con i neonazisti tedeschi e con Marine Le Pen, anche se ultimamente è diventata più centrista dei centristi»...