Francia, Zemmour: «Scuole per bimbi disabili». Poi rettifica, ma non riesce ad evitare la bufera

17 Gen 2022 19:16 - di Redazione
Zemmour

Se voleva mettersi al centro della tensione più che dell’attenzione, Èric Zemmour c’è riuscito alla grande. Il candidato ultranazionalista alle presidenziali francesi, nonché scrittore e firma di punta di Le Figaro, è un polemista di razza. Stavolta, però, come informa il Giornale.it, ha finito per irritare tutti attirandosi commenti negativi non solo dall’area del presidente Macron e dalla sinistra di Jean -Luc Melenchon, ma persino dai neogollisti e dalla sovranista Marine Le Pen. Tutta colpa di un proposta («male interpretata», secondo Zemmour, che ha parlato di «menzogne») sul ritorno a classi scolastiche specifiche per alunni disabili.

Anche Le Pen e Pécresse contro Zemmour

«Intendevo dire che non voglio che l’ossessione per l’inclusione ci privi e ci porti a trascurare la necessità di istituzioni specializzate», ha provato a spiegare lui a polemica ormai rovente. Decisamente più “potabili” le sue precedenti proposte sulla scuola: il ritorno del grembiule e la fine dell’insegnamento dell’inglese alle elementari. In un programma fortemente identitario come il suo, ci stanno tutte. Non così, il tema della disabilità. La prima a commentare le parole pronunciate da Zemmour è stata Sophie Cluzel, ministro per la Disabilità, che ha bollato come «pietose» le sue dichiarazioni. È stata proprio questa reazione a consigliare al candidato nazionalista di rettificare.

Per l’Eliseo si voterà nel prossimo aprile

Ma il parziale dietrofront non gli è servito a molto. Il leader dei deputati repubblicani, Damien Abad, lui stesso disabile, ha definito “scandalosi” i propositi di Zemmour. «– ha scritto in un tweet – dobbiamo essere ossessionati dall’inclusione. Chiedo scuse pubbliche». Ma lo scrittore, come già riportato, si è attirato strali anche dalla Le Pen. La leader del Rassemblement Nationalche contende a Zemmour il posto al ballotaggio – ha definito «imperdonabile» la volontà dell’antagonista di «aggredire i bambini più deboli portatori di disabilità». E se e il candidato comunista, Fabien Roussel, ha evocato la «società dell’apartheid», la candidata gollista Valerie Pecresse ha stigmatizzando la «brutalità» delle dichiarazioni di Zemmour.

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