Gentiloni al posto di Draghi, maggioranza Ursula e la Lega fuori dal governo: lo scenario che piace alla Ue
Paolo Gentiloni: è questo il nome che nelle ultime ore si va imponendo tra i partiti di maggioranza come possibile successore di Draghi a Palazzo Chigi. A fine anno si era parlato di uno scenario gradito a Matteo Renzi e sul quale sarebbe d’accordo anche la Lega. Votare Mario Draghi presidente della Repubblica e proseguire la sua esperienza a palazzo Chigi con un governo politico. Si era fatto il nome di Dario Franceschini. Un’ipotesi di lavoro gradita anche a Matteo Salvini che potrebbe cercare così, tornando all’opposizione, di recuperare i voti di protesta persi con il suo appoggio all’esecutivo di SuperMario.
La carta Gentiloni e la maggioranza Ursula
Ora però viene fuori un altro nome, quello del commissario europeo Paolo Gentiloni. “Sono calcoli – scrive La Stampa – fatti all’interno di uno scenario che è ben presente anche a Draghi. Molto probabilmente il leader della Lega Matteo Salvini lascerà la maggioranza, permettendo così agli altri partiti di compattarsi nella cosiddetta coalizione Ursula, ispirata cioè a quella che ha eletto la presidente della Commissione Ue Von der Leyen. Resta da capire cosa farà Forza Italia, ma sembra certo che dal governo non si sfileranno i centristi di Coraggio Italia e di Iv. L’idea di un esecutivo politico, con un premier politico, prende sempre più largo, nella convinzione che uno schema tecnico (con i soliti nomi dei ministri Daniele Franco, Vittorio Colao e Marta Cartabia) sarebbe molto più esposto alle intemperie dell’anno elettorale che chiuderà la legislatura”.
L’altro nome che si fa tra i partiti è quello di Guerini
“L’identikit che emerge nei colloqui dei partiti è preciso – prosegue il quotidiano torinese – un politico ma che abbia una caratura «più istituzionale» e «una proiezione internazionale». Ma che, in chiave interna, sia capace di far convergere su di sé i grillini. Uno è Guerini, l’altro è il nome che hanno ben presente anche gli uomini che lavorano con Draghi. Ed è già stato un “premier dell’emergenza” a conclusione di una legislatura, dopo il fallito referendum di Renzi nel 2016. La carta Gentiloni sarebbe certamente la mossa migliore per “rassicurare” le istituzioni dell’Ue e le principali cancellerie”.