Guzzetta: «Il proporzionale non aiuta la stabilità, serve ai partiti per tenersi le mani libere dopo il voto»
Una scelta «piuttosto sorprendente», che «tradisce un’attenzione rivolta immediatamente alle elezioni da parte dei partiti». Così il costituzionalista Giovanni Guzzetta commenta il dibattito aperto sulla modifica della legge elettorale subito dopo l’elezione del presidente della Repubblica e introdotto dalle parole di Enrico Letta che, sabato stesso, ha detto che «la legge elettorale deve essere nell’agenda dei prossimi 14 mesi». «Io mi sarei augurato che, dopo aver scampato il pericolo, ci si fermasse un attimo a riflettere e a capire come evitare nel futuro che per la terza volta ci si trovi in una situazione del genere», ha spiegato Guzzetta, per il quale il proporzionale, sul quale molto si insiste, «non è in alcun modo garanzia di stabilità».
Guzzetta: «Il proporzionale non garantisce stabilità»
«Il sistema proporzionale – ha chiarito il costituzionalista – è un sistema che attribuisce mani libere ai partiti, che peraltro poi non sono in grado nemmeno di controllare i propri parlamentari, i quali in buona parte durante la legislatura li abbandonano, e dà ai partiti una sovranità assoluta sulla formazione e sulla dissoluzione dei governi». Dunque, se si cerca la stabilità non è l’opzione cui guardare. Il problema, però, non è solo il sistema elettorale, perché ci troviamo «in un quadro in cui non c’è legge elettorale che tenga: i vizi del sistema politico hanno dimostrato di essere in grado di bypassare qualsiasi tipo di argine costituito dalla legge elettorale, in quanto il problema non è a solo a livello di legge elettorale, ma soprattutto a livello di norme parlamentari e norme costituzionali».
Dal trasformismo all’instabilità: i vizi del nostro sistema
Per Guzzetta, «dobbiamo tenere presente che la storia degli ultimi decenni dimostra che il sistema elettorale, di qualunque tipo, non risolve i problemi del buon funzionamento del sistema, nel senso che i problemi del nostro sistema politico, in particolare della instabilità, del trasformismo parlamentare, quelli legati alla scelta del presidente della Repubblica, si possono risolvere solo affrontandoli direttamente, e rispetto a questi le leggi elettorali sono abbastanza neutre».
Il rischio che il proporzionale aggravi i problemi
Ciononostante, il sistema elettorale ha una sua spiccata centralità perché date queste criticità «non vuole dire che la scelta di una legge elettorale non possa aggravarle. Con questi partiti e con il trasformismo imperante che rende le elezioni una specie di primo passo rispetto a quella che è la reale conformazione del Parlamento, quindi defraudando i cittadini della possibilità di scegliere non solo le maggioranze ma i propri rappresentanti, non mi pare che il sistema proporzionale aiuti in questa direzione. Dunque – ha chiarito il costituzionalista – o ha un effetto neutro o addirittura rischia di peggiorare la situazione». Guzzetta, intervistato dall’Adnkronos, ha poi sottolineato anche un problema di metodo rispetto al dibattito in corso.
Una questione di priorità
«È piuttosto sorprendente – ha detto – che un minuto dopo aver scampato il pericolo di una crisi senza precedenti, la prima cosa a cui si pensi è la legge elettorale, che tradisce un’attenzione rivolta immediatamente alle elezioni da parte dei partiti». «Quello che io mi sarei atteso – ha quindi ribadito il costituzionalista – è che ci si prendesse un certo tempo per capire che cosa sta succedendo ai partiti, perché da un minuto dopo l’elezione di Mattarella abbiamo assistito all’insorgere della conflittualità dentro le coalizioni e dentro i partiti che non ha precedenti ed è di per sé preoccupante».
Il sospetto che i partiti vogliano solo «blindare le proprie posizioni»
«E poi – ha proseguito – si tratterebbe di affrontare quei nodi regolamentari e costituzionali che hanno consentito finora di sterilizzare qualsiasi effetto della legge elettorale, e solo a valle porsi il problema di quale legge elettorale sia la più opportuna per le scelte che sono state fatte a livello regolamentare e costituzionale». «Se non si fa questo – ha avvertito – il timore è che questa soluzione sia semplicemente una soluzione difensiva da parte dei partiti che, non essendo in grado di guidare i processi politici, cercano di blindare le proprie posizioni tenendosi le mani libere per tuti i possibili sviluppi della vita politica».