Il Pd getta Draghi nella tempesta: «Sì all’obbligo vaccinale». Elezioni anticipate più vicine
«Nella cabina di regia di oggi pomeriggio e nel successivo Consiglio dei ministri il Pd ha intenzione di riproporre l’obbligo vaccinale come via maestra per affrontare il tema della crescita di contagi in corso». Manca solo l’ufficialità. Ma le fonti del Nazareno che hanno anticipato la notizia sono attendibilissime. «Si tratta – aggiungono le stesse fonti – dell’unico modo, a nostro avviso, per fare chiarezza ed evitare di infilarsi in distinzioni di età o di funzioni che finiscono per essere portatrici più di equivoci che di soluzioni». Tradotta sul versante dei precari equilibri politici interni alla maggioranza, l’anticipazione del Pd, qualora confermata, finirà per mettere Draghi di fronte a un bivio.
Lega e M5S contrari all’obbligo vaccinale
Che potrà rivelarsi drammatico per le sorti del suo governo: o rifiuta la proposta dell’obbligo vaccinale, scontentando il Pd, o l’accoglie scontentando Lega e M5S. Nel corso del pre-vertice di ieri, il movimento di Conte e il partito di Salvini hanno già notificato al premier la loro assoluta indisponibilità a prendere in considerazione sia l’obbligo vaccinale sia il Super green pass per i lavoratori. Vero è che il capo dei 5Stelle si è rivelato uno specialista di penultimatum, ma lo è altrettanto il fatto che, sul fronte Lega, questa volta la “colomba” Giorgetti è schierata dalla parte di Salvini.
Il calcolo di Letta sul ritorno alle urne
Un contesto, come si vede, particolarmente caldo. Ma che ora la decisione del Pd rischia di far diventare addirittura rovente. Una spaccatura in seno al Cdm certificherebbe di fatto la fine della maggioranza di governo. Non sarebbe un dramma se non fosse che ci troviamo in piena pandemia e a poco più di tre settimane dal voto del Parlamento sul successore di Mattarella al Quirinale. Considerazioni che Enrico Letta non avrà mancato di fare. A conferma che il leader del Pd ha intenzione di brandire l’arma dell’obbligo vaccinale correre verso le elezioni anticipate. Una soluzione che incrocerebbe non solo il favore di Giorgia Meloni, ma anche quello dello stesso Conte. Il suo M5S si sta spegnendo come una candela e i voti che raccoglie oggi potrebbero sparire domani.