Il primo contraccolpo del Mattarella bis sul governo: Giorgetti pensa alle dimissioni
La chiusura del cerchio intorno al nome di Sergio Mattarella porta subito uno scossone nel governo: l’ipotesi delle dimissioni da ministro di Giancarlo Giorgetti. A parlarne è stato lui stesso conversando con i cronisti, prima con una dichiarazione più sibillina poi con un’ammissione più esplicita. «Ci sarà una svolta in giornata», ha detto il ministro leghista nella tarda mattinata, quando ancora i capigruppo non erano saliti al Colle per conferire col presidente della Repubblica. Alla domanda se la svolta di giornata portasse al Quirinale, Giorgetti ha replicato dicendo che «per me porta a casa, per qualcun altro porta al Quirinale, magari a restare al Quirinale».
Le dimissioni? Giorgetti: «È un’ipotesi»
Più tardi, poi, è stata l’agenzia di stampa Agi, rilanciata anche da Dagospia, a battere la notizia che a domanda diretta sugli scenari post Quirinale, Giorgetti ha risposto che una sua uscita dal governo «è un’ipotesi, magari c’è da migliorare la squadra». «Intanto – ha concluso – oggi vado a casa». Nessun chiarimento, invece, sulle ragioni di una presa di posizione di questa natura.
Le ragioni dello strappo di Giorgetti
Per buona parte del pomeriggio si sono affastellate le teorie sulle ragioni di una mossa del genere. È noto che Giorgetti al Quirinale avrebbe voluto fortemente Mario Draghi. La mancata realizzazione di questo auspicio potrebbe aver rappresentato, quindi, la spinta decisiva rispetto a un «malessere» che già covava da tempo, come scritto da Il Foglio ricordando che Giorgetti, «convinto che la legislatura sia in ogni caso finita», nei giorni scorsi aveva disertato i Consigli dei ministri. Nelle scorse settimane, lo stesso Foglio aveva parlato di una «ritrovata intesa» tra Salvini e Giorgetti che «dovrebbe portare la Lega fuori da Palazzo Chigi subito dopo l’elezione del capo dello Stato».
Fonti della Lega parlano del malessere del ministro
Fonti parlamentari della Lega, riportate da diverse testate, oggi hanno detto che sull’idea di dimissioni di Giorgetti peserebbero la mancata valorizzazione del lavoro svolto nel governo da parte dello stesso Carroccio e gli attacchi da parte degli alleati di governo. Più tardi è stato il diretto interessato a precisare il senso dell’ipotesi adombrata. «Dimissioni? Abbiamo posto un tema serio», ha detto Giorgetti al termine di un incontro con Salvini, spiegando che «per affrontare questa nuova fase serve una messa a punto: il governo con la sua maggioranza adotti un nuovo tipo di metodo di lavoro che ci permetta di affrontare in maniera costruttiva i tanti dossier, anche divisi, per non trasformare quest’anno in una lunghissima, dannosa campagna elettorale che non serve al Paese».
Giorgetti e Salvini chiedono un incontro a Draghi
Dunque, per Giorgetti, che ha esortato a fare in modo che «referendum ed elezioni non blocchino l’esecutivo», serve «un cambio di codice di condotta tra gli alleati». «Sono felice che Mattarella abbia accettato con senso di responsabilità l’intenzione del Parlamento di indicarlo alla presidenza della Repubblica», ha poi aggiunto l’esponente leghista, che insieme al suo segretario ha chiesto un incontro a Draghi.