Il professor Galli ammette: “Mi sono curato con i monoclonali”. Ma nessuno si scusa con De Donno

8 Gen 2022 8:20 - di Marta Lima
Gallo sui giornali smentisce di essere stato curato con le "terapie domiciliari", ma ammette di essere stato guarito dagli anticorpi monoclonali, quelli su cui aveva acceso la luce il professor De Donno

Il professor Massimo Galli, che ieri ha raccontato in molte interviste, dopo lo scoop della Verità, di aver avuto il Covid nonostante le tre vaccinazioni, oggi sui giornali smentisce di essere stato curato con le “terapie domiciliari”, ma ammette di essere stato guarito dagli anticorpi monoclonali, quelli su cui aveva acceso la luce il professor De Donno, poi suicida, e su cui si era abbattuta l’ironia della comunità scientifica. In tanti, nel mondo della scienza non “mean streaming”, ritengono che le terapie con i monoclonali siano la derivazione, più costosa, degli studi di De Donno sul plasma iperimmune.

Galli e il Covid, tra vaccinazioni e terapie monoclonali

“Ho cominciato a stare male la sera del 3 gennaio, non è stata una passeggiata, ma ora già chiacchiero”, ha detto  Massimo Galli, già primario di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, racconta il suo contagio con la variante Omicron di Sars-Cov-2. “Se non avessi avuto le 3 dosi di vaccino molto probabilmente, vista la mia età, sarei in rianimazione. Ora, fortunatamente, sono solo molto stanco e acciaccato, infastidito da questa vicenda che mi è capitata: mi sono andato ad infettare tra Natale e Capodanno, pur non avendo fatto nulla di rischioso, dopo mesi in cui ho visitato pazienti”.

Il flop dei tamponi rapidi in farmacia

Galli è certo che si tratti della variante Omicron perché il suo virus è stato “isolato e sequenziato. Avevo tanto di quel virus che il materiale fornito resta disponibile. L’infettivologo si è probabilmente infettato “in una serata conviviale, con 7 persone a tavola, tutte vecchiotte, tutte vaccinate e tamponate”, riferisce. “E’ la croce e la delizia dei tamponi rapidi che, da una parte, sono importanti ma dall’altra non possono rappresentare una garanzia assoluta. Nel mio caso il giorno 2 gennaio ero negativo al test rapido e il 4, dopo aver avuto sintomi la sera prima, ero positivo allo stesso tipo di test”. Poi l’ammissione: “Le mie cure non sono state domiciliari. I miei ex collaboratori, che forse mi vogliono un po’ bene, hanno voluto a tutti i costi farmi l’anticorpo monoclonale e me l’hanno fatto, ma non è un favoritismo. Sto nei parametri da questo punto di vista. Dopodiché, tachipirina, o meglio paracetamolo, per evitare di chiamarlo con il suo nome commerciale. Scoagulato lo sono già di mio purtroppo, avendo fatto un’embolia nel 2019 e assumendo farmaci anticoagulanti”. Galli parla di quei monoclonali che lui stesso aveva trattato con distacco scientifico, in passato, manifestando dubbi e perplessità e considerandoli adeguati solo a determinati soggetti non vaccinati. Lui, invece, di dose ne aveva fatte tre…

Le ironie sulle terapie del professor De Donno

Qualcun altro, come il professor Crisanti, aveva invece espresso giudizi pesantissimi: “Gli anticorpi monoclonali vanno bene per chi non ne ha bisogno. Perché fondamentalmente hanno un effetto per i casi moderati e non gravi di Covid-19. Penso sia uno spreco di soldi senza precedenti”. A De Donno aveva invece tributato un riconoscimento postumo Fabrizio Pregliasco, uno dei virologi più ascoltati in tv, direttore sanitario dell’stituto ortopedico Galeazzi di Milano,  docente dell’Università degli Studi di Milano.

“La terapia con il plasma iperimmune è una metodica storica che in alcune situazioni ha dato buoni risultati, mentre in altre, come nel caso del Covid o dell’ebola, no. Nella fase iniziale della pandemia è stato importante provarla, perché grazie a una metodologia di raccolta standardizzata è servita anche alla valutazione delle caratteristiche degli anticorpi prodotti. Massimo De Donno è stata apripista rispetto agli anticorpi monoclonali che sono sostanzialmente una scelta tra i tanti anticorpi che il nostro organismo produce naturalmente”.

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