La scuola riapre, ma in classe si gela: a lezione con cappotti e cappelli. Ma per il ministro è tutto ok
La scuola ha riaperto: tra chiusure forzate e assenze per Covid. E chi rientra in classe se la deve vedere con una serie di criticità irrisolte, disguidi e mancanze: a partire dal gelo che sta costringendo alunni e docenti a stare in aula con cappotti e piumini. Sì, perché le disposizioni prevedono finestre aperte per aerare gli ambienti. E così i ragazzi che non rientrano nel 40% degli studenti non si è presentato in classe – chi perché positivo. Chi perché in quarantena. E altri ancora perché rimasti a casa per scelta dei genitori – passano le ore di lezione al freddo.
La scuola riapre, ma in classe si gela
Eppure, riferisce tra gli altri Il Messaggero sulla questione, «il comitato nazionale aveva già presentato a settembre la proposta di adottare dei filtri speciali, studiati per la purificazione dell’aria. Il Campidoglio insieme alla Regione Lazio, lo scorso 5 gennaio ha chiesto un parere scientifico allo Spallanzani per la soluzione sperimentata in Ue come strumento anti-Covid». Ma il nodo è ancora appeso al pettine. Nonostante proprio ieri il ministro dell’Istruzione abbia sostenuto che: «Nel decreto del 22 marzo 2021, il cosiddetto dl Sostegni, abbiamo dato risorse esplicitamente indicate per gli impianti di aerazione, ma sulla base dell’autonomia. Noi abbiamo dato risorse direttamente alle scuole. E poi, sulla base della loro autonomia, hanno scelto su che cosa investirle. Certamente abbiamo un monitoraggio attento».
Le lezioni in aula con cappotti, sciarpe e cappelli
Un monitoraggio che forse avrebbe dovuto dare delle indicazioni prima del rientro in classe di ieri. Quando, con le rigide temperature registrate dal meteo. E i caloriferi che non riescono a tenere il passo, specie nel giro di qualche ora e in ambienti spaziosi, tornare in aula per molti studenti di vari istituti – come il liceo scientifico Darwin al Tuscolano – ha significato svolgere le lezioni muniti, oltre che della mascherina, anche di cappello sciarpe.
Scuola, riapertura alla spicciolata e con molte criticità
Non solo: proprio a proposito di dispositivi di protezione, anche la variante fornitura ha colto in contropiede la scuola alla sua riapertura. Sempre secondo il resoconto del quotidiano capitolino, infatti, i nuovi approvvigionamenti sarebbero arrivati a macchia di leopardo. Con studenti e prof chiamati a provvedere in autonomia all’acquisto delle Ffp2. Non ci sarà da stupirsi, insomma, se tra freddo e, come paventano diverse proiezioni realizzate sull’andamento dei contagi, nei prossimi giorni le assenze aumenteranno, inficiando ancora di più una riapertura alla spicciolata della scuola in presenza. Un ritorno in classe su cui, oggi più di ieri, dai presidi ai governatori, passando per una parte degli esperti, in molti continuano a concordare che sarebbe stato meglio e rinviare per rientrare non solo in sicurezza, ma con più agio garantito.