L’anno parte con rave illegali e aggressioni sessuali a Milano. Silenzio a sinistra, imbarazzo della Lamorgese
Era il 1972 quando Mina cantava “Parole Parole” e mai come oggi questo brano è attuale soprattutto nel suo finale “ parole parole parole, soltanto fra noi”. Un ritornello che al Viminale risuona come il tipico tormentone estivo, se si vuole metaforicamente attribuire all’atteggiamento della Lamorgese.
Partiamo dal nuovo anno, per un attimo, con un gesto di benevolenza, abboniamo quello appena trascorso e ci accorgiamo che il calendario è cambiato ma non la musica. Ancora doveva scattare la mezzanotte, che in provincia di Arezzo, precisamente sull’Alpe di Poti si insediava l’ennesimo rave party non autorizzato, che contava circa 500 giovani accampati nei pressi di un vecchio albergo abbandonato. Le forze dell’ordine ci hanno messo un paio di giorni a sgomberare il raduno per la resistenza mostrata dagli esagitati protagonisti. Un episodio che ricorda quanto accaduto pochi mesi fa nel Viterbese e poi in Toscana.
Nell’Italia del Green pass e delle discoteche chiuse, risulta fin troppo facile organizzare un rave party abusivo, e sempre troppo macchinoso gestirne lo sgombero. Non è stato però l’unico episodio di insicurezza nella notte di Capodanno. Spostiamoci nella Milano di Sala. Il branco. Le molestie. Le ragazze senza via d’uscita. La piazza pronta a delinquere. Quelle richieste d’aiuto tra le lacrime nella folla. Sono ad oggi cinque, ma potrebbero crescere ancora i casi di aggressione sessuale ai danni di altrettante giovani avvenuti nella notte di Capodanno in Piazza del Duomo a Milano e nelle vie limitrofe.
L’ipotesi è di violenza sessuale di gruppo da parte di una trentina di giovani, dei quali molti erano stranieri. Immagini agghiaccianti dove si vedono ragazze indifese vittime di abusi. La vicenda ricorda ciò che avvenne a Colonia in occasione del Capodanno 2016, quando centinaia di persone di origine araba, agendo in piccoli gruppi, si resero protagonisti di aggressioni sessuali, anche a scopo di rapina, ai danni di decine di donne. Torniamo indietro nel tempo, nell’orrore di quegli episodi che non avremmo più voluto rivivere e invece riecheggiano prepotenti nelle cronache odierne e mostrano la totale inadeguatezza con la quale una città come Milano si è trovata ad affrontare il problema sicurezza.
La sinistra che tanto si vantava del modello Milano si schianta nel riflesso di queste immagini di degrado. Risuonano antitetiche e dissonanti le parole dello stesso assessore alla sicurezza del Comune di Milano che disse “tanta gente, tanti botti, nessun problema” sul Capodanno di piazza Duomo. Una totale sottostima e incuranza in cui i democratici hanno fatto sentire il loro silenzio assordante. È questa la Milano modello tanto decantata dalla sinistra? Dove sono le femministe che non si indignano perché delle giovani ragazze sono state abusate, tra pianti e urla, da decine di delinquenti? Non possono accadere episodi simili, chi ha molestato paghi. Sicurezza per i nostri ragazzi, basta degrado e immigrazione senza controllo.