Le previsioni di Bossi sul Quirinale. Dopo il voto i saluti affettuosi con Bersani e Giorgetti
Umberto Bossi è stato il primo ad essere chiamato, accompagnato su una sedia a rotelle per la prima votazione, per l’elezione del Presidente della Repubblica. Dopo di lui il deputato M5S Leonardo Penna, secondo di una lista di parlamentari che hanno chiesto di votare per primi per giustificati motivi. L’aveva promesso a Salvini che sarebbe venuto a Roma per cotare e ha mantenuto la parola. dipo il voto gli si sono fatti intorni i cronisti nel cortile della Camera. Senatùr, come la vede? “Ognuno deve fare ancora i suoi nomi”, risponde. C’è spazio per un nome condiviso? “Quello giusto ancora non è uscito fuori”, sostiene il fondatore della Lega. Insisono: Può essere quello di Mario Draghi? “Draghi può uscire alla fine”, risponde con il suo tipico stile laconico. Come ha votato oggi? Che domanda: “Ho seguito l’ordine di scuderia”, risponde il Senatur con un sorriso.
Bossi in carrozzella, il primo a votare
Commenta brevemente anche la rinuncia di Berlusconi a correre per il Colle: “Berlusconi? Ha coraggio, è la sua dote. Ma la dote che gli manca è la pazienza”. Umberto Bossi risponde ai cronisti, non rinunciando a fumare. Cravatta ‘verde padano’ e pochette nel taschino della giacca in tinta. Umberto Bossi ha fatto, così, ritorno in Parlamento nella veste di ‘grande elettore’ per dare il suo contributo all’elezione del nuovo capo dello Stato. Il Senatur, 80 anni compiuti a settemre, si è presentato sulla sedia a rotelle, accompagnato da un assistente e da Roberto Calderoli. Dimagrito ma lucido e in vena di chiacchierare. Come si ricorderà, due anni fa finì in coma dopo essere caduto e aver sbattuto la testa. Rimase incosciente fino alla ripresa. Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, all’epoca dichiarò: «Bossi è una persona leale, gli voglio bene, è un amico, gli faccio i più affettuosi auguri di pronta guarigione e ristabilimento».
Bossi, il saluto affettuoso con Bersani
Il Senatur non si è mai sottratto ai suoi impegni politici. Lo scorso aprile, nonostante fosse sulla sedia a rotelle, era sceso a Roma per dare il suo sostegno al governo Draghi. Anche ora l’elezione del successore di Matteralla è un appuntamento politico decisivo. E’ apparso di buon umore. Il nodo della cravatta è allentato come ai vecchi tempi. L’immancabile sigaro tra le dita della mano destra. Il clima intorno a lui è cordiale e scherzoso. Ricordiamo la sua previsione nel dicembre scorso: tra Draghi e Berlusconi, a spuntarla sarà Casini. Sempre sul pezzo, Bossi. Si è fermato a parlare con chiunque lo saluti nel cortile interno di Montecitorio dopo aver votato. Simpatici “siparietti” con chi gli si fa incontro. Per primo il ministro M5S, Federico D’Incà. “C’è un giovane cronista che vuole farle una domanda”, si sente da dietro e arriva Giancarlo Giorgetti. Da sottolineare il saluto molto affettuoso con Pier Luigi Bersani. “Ti posso salutare anche io Pier Luigi?”, dice Calderoli a Bersani. “Ciao ma con queste mascherine… sembri persino bello”. Il leader di Articolo 1 non ha mai nascosto la sua amicizia con Umberto bossi: “Noi lontanissimi, ma amici”, disse in occasione dell’ottantsico compleanno di Bossi.