Le “Quirinarie” degli ex-grillini. Nella lista online 13 nomi: c’è anche il “premio Nobel” Parisi
Se i 5Stelle annaspano alla ricerca di una bandierina che attesti la loro presenza nella partita del Quirinale, gli ex-pentastellati di nomi ne scaricano a iosa giusto per certificare la propria esistenza in vita. Ma anche per dimostrare che mentre quelli che hanno votato la fiducia a Draghi hanno ormai tradito tutti i principi delle origini. A cominciare dalla democrazia del clic che tante illusioni aveva scatenato nel Popolo della Rete. Prova ne sia che mentre Conte ancora sfoglia la margherita su un eventuale consultazione online, una cinquantina di parlamentari ex-grillini ha riesumato le Quirinarie. Da questa mattina e fino a domani, infatti, si potrà votare su Google form (app per la creazione di sondaggi) una lista di 13 candidati.
Gli espulsi dal M5S riesumano le Quirinarie
Tra i promotori dell’iniziativa, che sarebbe piaciuta un sacco a Virginia Raggi, spiccano i nomi dei senatori Virginia La Mura ed Emanuele Dessì. Ma molti sarebbero anche i rappresentanti di Alternativa, sigla nata da una costola del M5S. Quali, invece, i nomi presidenziabili? In verità, il menu delle Quirinarie propone una sorta di fritto misto che ben rispecchia la confusione grillina. A prevalere nelle preferenze è soprattutto la componente manettara (Piercamillo Davigo, Nino Di Matteo, Nicola Gratteri, Paolo Maddalena), seguita da quella accademica di matrice storico-costituzionale (Alessandro Barbero, Lorenza Carlassarre, Chiara Saraceno, Gustavo Zagrebelsky), quindi quella di matrice scientifica (Fabiola Gianotti e il premio Nobel Giorgio Parisi).
Lo scienziato si è rifiutato di commentare
A chiudere, la componente “no-vax“-“no-green pass” (Giorgio Agamben e Ugo Mattei) e, infine, Anna Falcone, sorella di Giovanni. Tra i “candidati” alle Quirinarie l’AdnKronos ha contattato Parisi, di recente insignito del Nobel per la Fisica. Alla richiesta di commentare l’iniziativa e soprattutto l’inserimento del proprio nome nella lista dei possibili presidenti, Parisi ha opposto un secco ed insuperabile «no comment». Morale: saranno pure diventati ex, ma quanto all’abilità – tutta grillina – di fare buchi nell’acqua, quella è rimasta tutta. E intatta.