Le strategie per il Quirinale, Pd e Cinquestelle sui carboni ardenti: «Rischiamo grosso»
Grandi strategie per il Colle. Un senatore esperto del gruppo Misto si mostra preoccupato: «Non esiste né una regia occulta, né una in chiaro. Si rischia di andare alla cieca nelle prime votazioni. Tutto può succedere. Ci sono almeno quattro scenari aperti». I conflitti interni al Partito democratico e alla sinistra rischiano di ostacolare il percorso di Mario Draghi verso il Colle. Il caos è tale da rendere difficile qualunque previsione sulla linea per il Quirinale del partito guidato da Enrico Letta.
Le strategie per il Quirinale
Le carte sono coperte, ma non bisogna ignorare i segnali. Come quelli che arrivano dal mondo ex grillino e che covano sotto la cenere nei caotici gruppi parlamentari del M5S. Arrivano mezze aperture da chi meno te l’aspetteresti. Due dei tanti ex Cinquestelle iscritti al Misto parlano con l’Adnkronos e sono evasivi sull’ipotesi del Cav al Colle. Non è un no quello di Mara Lapia, deputata ora nella componente Centro Democratico. «Berlusconi? Sono sempre stata una parlamentare libera e voterò secondo coscienza». La prossima settimana, quando i parlamentari torneranno a Roma dopo le feste, si riuniranno in un tavolo. Promotori, Matteo Renzi e Giovanni Toti. E lì si giocherà la prima partita.
Le manovre per il “governo del dopo”
Sul tappeto c’è anche altro: chi vuole Mario Draghi al Colle costruisca una maggioranza anche per il governo del dopo. A dirlo è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista al Corriere della Sera. «Draghi sarebbe un perfetto presidente della Repubblica come è stato un perfetto premier. Se vogliamo mandarlo al Colle, tuttavia, serve la politica», evidenzia. «Nell’ultimo anno ogni giorno sono stato fiero di aver combattuto con gli amici di Italia Viva per mandare a casa Conte e portare Draghi. Non sono dunque titubante su Draghi ma faccio politica. Se vogliamo mantenerlo a Palazzo Chigi gli va data massima agilità politica. Se vogliamo che stia al Colle va costruita una maggioranza presidenziale ma anche una maggioranza politica per il governo del dopo. Per farlo serve un’iniziativa politica non tweet a caso».