Legge elettorale, sul “no” al proporzionale vince FdI: dal centrodestra si sfila solo Brugnaro
Al vertice del centrodestra l’ha spuntata Fratelli d’Italia. Non sulla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale, che ha registrato un corale consenso, bensì sull’impegno a non modificare in senso proprorzionale l’attuale legge elettorale. Come anticipato ieri dal nostro giornale, all’incontro odierno se n’è discusso ampiamente, non senza colpi di scena. Dopo la nota congiunta con cui la coalizione ha chiesto al Cavaliere di sciogliere favorevolmente la riserva sulla candidatura al Colle, era stato infatti Ignazio La Russa a chiedere agli alleati di siglare un secondo comunicato nel quale s’impegnavano a conservare l’attuale impianto elettorale maggioritario.
L’impegno dei leader
Ma immediato è scattato il “no” di Luigi Brugnaro, lì in rappresentanza di Coraggio Italia. A qualcuno è sembrato opportuno soprassedere, rinviando ogni decisione al prossimo vertice già fissato per l’entrante settimana. Un rinvio non gradito da FdI che ha quindi ribadito la propria richiesta. Si è così arrivati alla stesura prima e alla diffusione poi di un nuovo comunicato. Nel quale si legge che Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Lorenzo Cesa, e Maurizio Lupi (ma non Brugnaro) «confermano a nome dei loro partiti di essere impegnati, in vista delle future elezioni politiche, a non modificare l’attuale legge elettorale in senso proporzionale».
La modifica della legge elettorale fa gola ai grillini
Si tratta di una dichiarazione impegnativa dal momento che il tema del sistema di voto è destinato sicuramente a pesare in quest’ultimo anno di legislatura. Tranne che a FdI e, in misura minore alla Lega, il ritorno al proporzionale fa gola un po’ a tutti. Ad invocarlo sono principalmente i grillini, cui non tornano più i conti dopo il crollo nei sondaggi e il taglio (da loro voluto) delle poltrone. Ma vi sperano anche settori del Pd e di Forza Italia. I primi per impedire al centrodestra di vincere, i secondi per perseguire l’eterna illusione della resurrezione del centro. Basta avanza per pretendere di vederci chiaro. L’attuale bipolarismo è cresciuto con e contro Berlusconi. Chi si è stancato del primo, è perché non vuole più il secondo. A sinistra si capisce, a destra no.