Livorno, bambino ebreo aggredito al parco da due ragazzine di 15 anni: «Devi morire nel forno»
Un grave episodio di antisemitismo si è verificato a Campiglia Marittima, nel Livornese, dove un bambino di 12 anni è stato insultato e aggredito al parco perché ebreo da due ragazzine di 15 anni. A denunciare la vicenda è stato il sindaco Alberta Tacciani, contattata da padre del bambino che oggi ha sporto formale querela ai carabinieri.
Le 15enni al bambino: «Ebreo di m…»
«Il bambino è stato aggredito, insultato, preso a calci, colpito da sputi. Autrici di questo grave atto due ragazzine di 15 anni, motivate dal fatto che il bambino è ebreo. Sconcerto, commozione e solidarietà da chi ha raccolto la telefonata a seguito della quale la sindaca si è messa in contatto con il padre del bambino», si legge sulle pagine social del Comune di Campiglia Marittima, dove si precisa che il fatto sarebbe accaduto nel pomeriggio di domenica al parco Altobelli di Venturina Terme. Le ragazzine avrebbero insultato il 12enne, che frequenta la seconda media, con frasi del tipo «ebreo di m…., devi morire nel forno» e poi lo avrebbero preso di mira con sputi, calci e botte sulla testa. «Tu devi stare zitto perché sei un ebreo», hanno aggiunto le 15enni all’indirizzo del bambino.
Un fatto di una «gravità inaudita»
La prima cittadina, parlando di un fatto di «gravità inaudita», ha assicurato alla famiglia il massimo supporto, stigmatizzando con tutta la forza possibile l’accaduto e annunciando un confronto con le forze dell’ordine e la scuola «perché la cosa non finisca archiviata e banalizzata». È stato poi il padre del bambino, parlando con il quotidiano La Nazione, a sottolineare che «all’episodio grave si aggiunge un altro aspetto altrettanto grave, cioè il fatto che nessuno dei presenti abbia difeso mio figlio».
Bambino e famiglia sotto choc: il padre sporge denuncia
«Sono scioccato, così come lo è mio figlio. Non abbiamo dormito, non riesco a darmi una spiegazione a questo gesto. Non riesco nemmeno a parlarne, mi viene da piangere. Sinceramente non mi era mai accaduto niente di simile», ha raccontato l’uomo, riferendo che in passato, quando il bambino frequentava le elementari, «avevo trovato sui messaggi che si scambiavano con i ragazzi un disegno con una svastica e un paio di scarpe con scritto dal 39 al 42. In quell’occasione avevo informato i genitori, avevo fatto presente la gravità del gesto. Ma questa volta non mi fermo». L’uomo, oltre a coinvolgere il sindaco e la dirigente scolastica, ha anche informato le comunità ebraiche locali, e oggi ha sporto formale denuncia alle forze dell’ordine. «Non si può scherzare con una cosa così tragica. Forse anche i genitori devono comprendere cosa hanno fatto queste due ragazzine», ha commentato.
Il Console di Israele: «Rinforzare i percorsi educativi»
Sul caso, che ha suscitato uno sdegno bipartisan nelle forze politiche, è intervenuto anche il console di Israele per la Toscana, Marco Carrai. Il console si è detto «sconcertato» e, ringraziando il sindaco Tacciani per la sensibilità dimostrata, si è rivolto a lei e al presidente della Regione, Eugenio Giani, perché «rinforzino senza indugi i percorsi educativi su cosa sia stata e sia ancora la persecuzione degli ebrei e di Israele». Allo stesso tempo, a nome dello Stato di Israele, Carrai ha chiesto «alle forze dell’ordine di perseguire questi reati che non solo non devono, ma non possono accadere. Non si può continuare a condannare a parole, senza educare». «L’antisemitismo e l’antisionismo – ha concluso – sono la forma più bassa di inciviltà e di barbarie da condannare senza se e senza ma».