Mattarella presidente con 759 voti: il Pd esulta. Meloni: «Applaudono lo stipendio salvo»
Con 759 voti Sergio Mattarella è stato eletto nuovamente presidente della Repubblica. È il secondo Capo dello Stato più votato dopo Sandro Pertini, che fu eletto con 832 voti. Al primo mandato Mattarella ottenne 65 voti. L’esito di questo ottavo scrutinio era totalmente scontato, che comunque è stato accolto con un applauso particolarmente lungo dall’Aula. In particolare, il Pd si è distinto, anche in questa occasione, per un’esultanza marcata, quasi ostentata, contrassegnata anche da battiti del “cinque” e dal gesto del pollice alzato di Enrico Letta. Applausi anche in Transatlantico, dove erano radunati altri grandi elettori. E poi di nuovo bis al bis al momento della proclamazione da parte del presidente della Camera, Roberto Fico, affiancato dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, con la quale poi è andato subito dopo a comunicare l’esito della votazione al Capo dello Stato.
Tutti i voti per il presidente della Repubblica
Oltre a Sergio Mattarella hanno ottenuto voti: Nordio 90; Di Matteo 37; Berlusconi 9; Belloni 6; Casini e Draghi 5; Casellati 4; Berrino, Cassese, Primo di Nicola, Giorgetti, Filippo Grassia e Marcello Pera 2. Crosetto 1. I voti dispersi sono stati 18, le schede bianche 25, le nulle 13. I presenti sono stati 983, gli astenuti nessuno.
Landini e Bonomi i primi a congratularsi
Dal momento del superamento del quorum in poi è stata una routine di riti e convenevoli, tra i quali non è mancata la corsa a chi si complimentava prima. I rappresentanti delle categorie hanno “bruciato” i politici, probabilmente ancora distratti dai numeri dello spoglio era ancora in corso. Il primo rilanciato dalle agenzie è stato Maurizio Landini, che ha inviato a Mattarella «le felicitazioni e gli auguri di tutta la Cgil». Subito dopo è toccato al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
Le congratulazioni di Draghi “il kingmaker”
Poi a seguire un profluvio di esponenti dei partiti che hanno sostenuto la candidatura, tutti «grati», tutti soddisfatti, tutti compiaciuti per la «guida autorevole» e per «l’ottima» e «splendida notizia per il Paese». «La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una splendida notizia per gli italiani. Sono grato al Presidente per la sua scelta di assecondare la fortissima volontà del Parlamento di rieleggerlo per un secondo mandato», ha commentato il presidente del Consiglio Mario Draghi, che come si è appreso oggi è stato il vero kingmaker, o comunque quello determinante.
Meloni: «Cosa festeggiano? Che lo stipendio è salvo»
È toccato, dunque, agli esponenti di FdI riportare, anche in questo frangente, un po’ di realismo in quella che ormai si era definitivamente consacrata come “pantomima Quirinale”. «Parlamentari euforici per non aver cambiato nulla e aver costretto Mattarella a un altro mandato. Cosa festeggiano? Che lo stipendio è salvo», ha scritto su Twitter, Giorgia Meloni, che in giornata aveva avvertito come il centrodestra fosse da «rifondare». Ancora più duro Fabio Rampelli, che, dubito dopo il superamento del quorum, ha scritto su Facebook «stasera io potrò guardare negli occhi i miei figli», chiarendo con uno screenshot a chi si riferisse.
Rampelli affonda Salvini: «Io potrò guardare negli occhi i miei figli»
Il commento, infatti, era accompagnato dalla foto di un post di Matteo Salvini del 29 gennaio 2015, in cui il leader della Lega rifiutava di prendere in considerazione l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. «Il catto-comunista Mattarella presidente? Fondatore dell’Ulivo, vice di D’Alema, ministro con De Mita. E giudice di quella Corte costituzionale che ha fregato agli italiani il referendum per cancellare la legge Fornero. Alla faccia del “nuovo”… Se Berlusconi e i suoi lo votano, cosa diranno ai loro elettori? Mattarella – scriveva allora il leader della Lega – non è il mio presidente».