Monti sfoga tutto il suo livore contro Draghi: “La sua ambizione è stata destabilizzante” (video)

31 Gen 2022 16:52 - di Adriana De Conto
Monti Draghi

“L’ambizione di Dragi ad andare al Quirinale è stata destabilizzante”. Veleni da ex premier.  Mario Monti ha sfogato  tutto il suo livore contro Mario Draghi. Non è la prima volta che si toglie dei magicni dalla scarpa. Intervenuto in collegamento a In Onda, la trasmissione di La7 condotta da David Parenzo e Concita De Gregorio, il senatore a vita ha espresso giudizi al vetriolo contro Mario Draghi: il grande sconfitto, l’uomo che i partiti (tranne rare eccezioni) hanno “rigettato” come candidato al Colle. Mario Monti infierisce: ha svelato di aver votato sette volte scheda bianca e una volta per il presidente della Repubblica uscente, che è stato riconfermato con il secondo numero di preferenze più alto mai fatto registrare.

Monti contro Draghi: “La differenza tra me e lui?”

Da ex premier, Monti ha rivolto una critica aperta a Mario Draghi,  avendo manifestato l’intenzione di diventare presidente e poi maturato la consapevolezza di non poter sfuggire allo status quo: “L’ambizione di Draghi è stata destabilizzante. La differenza tra me e lui? Ancora più velenoso: “Io non ho abbandonato la presidenza del Consiglio dopo un anno e mezzo. Ho esercitato compiti e decisioni fino al termine della legislatura; non mi è venuto in mente nemmeno per un attimo di lasciare, nonostante la popolarità del governo stesse scendendo; perché si avvicinavano le elezioni e i partiti andavano per la loro strada”. Rivendica di essere stato “più bravo” con una punta di acido che fa specie per un “monumento alla sobrietà e all’equilibrio” di cui ci hanno rotto le scatole per anni. Monti ha sempre “sofferto” l’attuale premier.

Monti ha sempre “sofferto” Draghi

Entrambi catapultati dall’alto sia pure in circostanze molto diverse, chiamati ad assolvere il ruolo di “padri della patria”, il governo Monti rimane tra i più “odiati”. Mentre, all’inizio, su Draghi si sono pronunciati solo peana. E allora ecco che l’ex premier sfoga il suo risentimento ora che il “salto” al Quirinale è sfumato per il presidente del Consiglio . Già in altre ospitate Monti ribadì la grande differenza tra lui e Draghi: lui era stato chiamato per tagliare (ce loricordiamo bene); mentre Draghi è arrivato in “tempi di abbondanza”, per così dire; convocato per gestire, senza sperperare, gli oltre 209 miliardi del Recovery fund. Vedremo cosa combinerà il governo. Ma intanto questa circostanza al professor Monti, proprio non va giù.

Monti: “L’ambizione di Draghi ha rallentato l’azione di governo”

Per cui il senatore a vita  prosegue nel suo rimarcare l’incapacità della politica. Lo dice quasi con un pizzico di compiacimento: il modo in cui si è arrivati alla rielezione di Mattarella è stato disastroso per due ragioni: “La prima è ovvia ed è la debolezza della politica e l’incapacità dei leader; l’altra è il vizio di origine che cogliamo perfettamente quando Mattarella dice che le condizioni attuali gli impongono di non sottrarsi ai doveri a cui si è chiamati, prevalendo sulle prospettive personali differenti”. Poi rimarca l’ambiguità con cui Draghi ha condotto la sua personale partita: mentre “il presidente Mattarella, legittimamente,  ha fatto sapere che sette anni andavano bene e di più no. Il presidente Draghi, altrettanto legittimamente, in modo forse meno chiaro, ha fatto capire una cosa diversa dal naturale atteggiamento di un presidente del Consiglio in carica: ben lontano da finire il mandato, ossia che sarebbe andato ben volentieri al Quirinale”, ha attaccato Monti.

“Per la sua ambizione ha rallentato l’azione di governo”

Un po’ il bue che dice cornuto all’asino. Non pare che lui non avesse ambizioni; e se Scelta Civica è stata un flop si facesse qualche domanda. E ha concluso con ancora più livore: Avere quell’ambizione è stato destabilizzante perché, negli ultimi mesi, aveva rallentato l’incisività dell’azione di governo. Bisognava cercare soluzioni che andassero bene anche al presidente del Consiglio, quasi come se dovesse sceglierlo lui”. Se non è “acidità” questa. I tecnici sono più rancorosi dei politici e delle prime donne, a volte.

 

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