Morto monsignor Luigi Negri: dai dissapori con Bergoglio all’appello contro le restrizioni per il Covid

1 Gen 2022 19:21 - di Redazione

E’ morto mons. Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio dal marzo 2013 al giugno 2017. Era nato a Milano il 26 novembre 1941. Dal 1955 al 1960 frequenta il liceo classico Berchet di Milano, dove incontra l’amico e ispiratore, Mons. Luigi Giussani, di cui, dopo esserne stato uno dei primi allievi, diventa uno dei primi e più stretti collaboratori entrando a far parte del movimento ecclesiale Gioventù Studentesca, fondato dallo stesso Giussani (nucleo originario di quella che sarà poi Comunione e Liberazione).

All’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano si laurea a pieni voti in filosofia nel giugno 1965, discutendo una tesi sul problema della fede e della ragione in Tommaso Campanella. Nell’autunno 1967 entra nel seminario diocesano ambrosiano di Venegono.

È ordinato sacerdote il 28 giugno 1972 dal cardinale Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano. Nell’ottobre 1972, dopo l’ordinazione, ottiene la licenza in Teologia alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, e fino all’ordinazione episcopale è docente di Introduzione alla Teologia e Storia della Filosofia all’Università Cattolica. Il 17 marzo 2005 è nominato vescovo della Diocesi di San Marino-Montefeltro. È una delle ultime nomine del beato Giovanni Paolo II. Riceve la consacrazione episcopale il 7 maggio 2005 dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano; i co-consacranti furono Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e Paolo Romeo, allora nunzio apostolico per l’Italia e la Repubblica di San Marino.

Il 1 dicembre 2012 è stato nominato Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa. Ha iniziato il Suo ministero nell’Arcidiocesi il 3 marzo 2013 e lo ha concluso nel giugno del 2017.

L’arcivescovo conservatore è stato anche al centro di diverse polemiche. In una intervista a la Verità , pavento’ il “rischio scisma”, che è sempre “possibile”. Anzi, monsignor Negri parlò di “spazi” in cui esiste già una “situazione” scismatica. Il presule parlò di come alcuni sacerdoti, nella messa, abbiano smesso di dire e far dire il “Credo”.

Sui migranti, ancora, Negri ebbe modo di dire “la Chiesa non può mai rinunciare a mettere al primo posto la fede. Anche se ci fossero 850 milioni di migranti, la Chiesa non potrà mai dire che allora il suo problema sono i migranti, ma che il suo problema è la fede e da ciò tirare fuori la soluzione ai problemi, compreso quello dei migranti”.

Una delle polemiche lo coinvolse quando nel 2015 il Fatto Quotidiano pubblicò un articolo in cui emergeva una sua pesante dichiarazione in merito alla decisione di papa Francesco di assegnare le diocesi di Bologna e Palermo, per anni in mano a Comunione e Liberazione, a Matteo Zuppi e Corrado Lorefice, due preti di strada. In particolare Negri, secondo la ricostruzione del giornale, avrebbe affermato, durante un viaggio in treno: “Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l’altro”. Dopo il clamore mediatico, Negri chiese udienza al Papa. Nel 2020, in piena pandemia, era stato uno dei primi firmatari dell’appello ‘Veritas liberabit vos’, “per la Chiesa e per il mondo”, pubblicato da alcuni siti cattolici conservatori, come ‘Duc in altum’ e ‘Stilum Curiae’.

Si trattava di un appello affinché la pandemia del coronavirus non fosse “il pretesto”, al quale “si è giunti in molti casi”, per “ledere i diritti inalienabili dei cittadini, limitando in modo sproporzionato e ingiustificato le loro libertà fondamentali. Tra i promotori l’ex Nunzio in Usa, monsignor Carlo Maria Viganò.

 

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