Ora i virologi star pontificano anche sul Quirinale: sono ormai posseduti dal demone della fama
18 Gen 2022 9:35 - di Francesco Severini
Il virologo è ormai la nuova figura di riferimento di questi tempi di pandemia. E’ lui, il virologo, a detenere le chiavi dello spavento e della rassicurazione. A prevedere l’apocalisse o il dissiparsi delle nubi all’orizzonte. Un po’ come gli indovini di un tempo si siede nella corte dei talk show e pontifica. E ora dice la sua anche sul Quirinale. Non che, come tutti i cittadini, il virologo non abbia diritto a un’opinione, ma di certo impressiona questo suo trasformarsi in tuttologo. Questa necessità di interpellare il virologo su ogni questione, dimostrando che ormai queste figure sono entrare a pineo titolo nella fabbrica dell’immaginario collettivo.
“Forse ci siamo fatti prendere lievemente la mano, da questa cosa della Virologia come chiave di spiegazione universale della cronaca, della storia, e Dio sa di cos’ altro”, commenta oggi Libero. E più di un anno fa Pietrangelo Buttafuoco avvertiva: se stiamo dietro alla casta dei virologi passeremo tutti dal medico dei matti. Sempre in quel periodo, ancora in era Conte, Italia Oggi notava la trasformazione: “Questa casta insospettata che immaginavamo mite, china sui vetrini, persa nei misteri di un microscopio, il camice sull’anima” covava invece “la smania della fama, il demone della presunzione, la possessione del superomismo“.
E così, dopo i virologi cantanti, abbiamo i virologi quirinalisti. L’immancabile Andrea Crisanti sul Colle vorrebbe un politico, non un tecnico. E gli piacerebbe una donna presidente. Purché il nuovo presidente abbia la sensibilità “degli inglesi, che si indignano perché Boris Johnson ha fatto un party durante il lockdown. Spero che adottino questo stesso tipo di principi e valori. Dovrebbero essere i grandi elettori ad averli e mi piacerebbe che interpretassero questi principi di integrità”.
Si tira fuori dal totonomi Matteo Bassetti mentre è più querulo Massimo Clementi: “Mario Draghi sarebbe certamente un buon presidente della Repubblica. Ma dipende se può fare per delega il primo ministro. Credo che non si andrà al voto – analizza – Fino alla fine della naturale legislatura è difficile. Ma la mia idea su questo conta quanto quella di qualsiasi altro cittadino. Anche l’idea di un presidente donna mi piacerebbe molto. E’ circolato il nome di Letizia Moratti. Perché no?”.
Massimo Galli suggerisce infine di non far votare i positivi per evitare “il rischio che le votazioni si trasformino in un focolaio di infezione”. E su Berlusconi al Quirinale dice. “Ho una mia idea assai chiara in proposito ma me la tengo per me”. Che è un modo per dire che l’ipotesi di certo non lo entusiasma.