Quirinale, l’auspicio di Mastella: Casini al Colle, Draghi premier. Poi ci ripensa…
Si vota per il Quirinale, e rispunta Mastella. L’inviato de La7 per la Maratona Mentana, Paolo Celata, intercetta tra la folla di Montecitorio il sindaco di Benevento. Puntato il microfono e testata la disponibilità a dichiarare, domanda e risposte vanno al succo della questione: i papabili per l’elezione al soglio quirinalizio? Mario Draghi, attuale presidente del Consiglio, ed il senatore Pier Ferdinando Casini. O meglio, più che una previsione, una doppia preferenza personale esternata da Mastella che poi, prontamente specifica: «Vorrei Casini al Quirinale e Draghi a Palazzo Chigi, però un Draghi non incazzato, un Draghi che sia convinto che fa il bene dell’Italia e per cui saremo grati di quello che fa».
Quirinale, Mastella tra pronostici e auspici
Non solo. Dopo essersi affrettato a specificare si non essere un grande elettore, e di essersi recato a Montecitorio per accompagnare la moglie, la senatrice Sandra Lonardo, sempre a La 7 Mastella aggiunge allusivamente, il suo pronostico: «Io e mia moglie siamo un po’ come quelli che sono i candidati veri. Lei Casini, io Draghi. Siamo un po’ come i candidati veri… perché sono due i candidati veri, secondo me, Casini e Draghi. Eh… l’arte femminile è più seduttiva», insinua il politico di lungo corso all’inviato de La7 quando gli viene chiesto di fare un pronostico. Una previsione che, però, non tiene conto non solo di tutte le proposte in campo, e neppure di tutte le variabili possibili…
«C’è un parlamentarismo che scivola verso Casini, un anti-parlamentarismo che va verso Draghi»
Uno slancio che Mastella ridimensiona e giustifica poco dopo quando, intervenuto a un forum del Messaggero sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il sindaco di Benevento ed ex ministro della Giustizia prova a chiarirsi spiegando: «C’è una situazione un po’ singolare che ho intravisto andando alla Camera. Ossia: c’è un parlamentarismo che scivola verso Casini. E un anti-parlamentarismo, che è più all’esterno del Parlamento, che va nella direzione di Draghi». e ancora: entrando nel merito della situazione, Mastella ha spiegato che «in questo surriscaldamento di alcuni partiti, la crisi vera è determinata dal fatto che il gruppo dei 5 Stelle, che è il più numeroso, in realtà si è frantumato».
E nel mezzo una governance 5S spaccata e un Gruppo Misto ma così numeroso come oggi…
Di più: «I due leader Conte e Di Maio – aggiunge l’ex Dc e storico centrista – si rincorrono a vicenda non esercitando quel tipo di traino politico che pure era dovuto per numeri parlamentari. Dall’altro lato, nessun gruppo, tranne pochi, è in grado di avere una governance delle rispettive truppe parlamentari. Al di fuori di questo, c’è un gruppo misto fatto per la prima volta nella storia da 100 parlamentari. Tutte queste incognite da sviluppare portano solo a dire: “altolà, fermiamoci e troviamo una soluzione”». Così, anche le carter del mazzo di Mastella finiscono per rimescolarsi. E si torna al punto di partenza…