Quirinale, cortocircuito Conte: dal no a Draghi alla veloce retromarcia in serata. Colpa di Casalino…
Giuseppe Conte non sarebbe “Giuseppi” se nel giro di 12 ore non sapesse smentirsi in tempo di record. E’ un po’ dura da digerire la retromarcia della giornata di mercoledì su Draghi al Quirinale. Un bluff l’immagine di una coalizione granitica sul Colle, con il ridicolo corollario dei tweet fotocopia dei tre leader, Letta, Speranza e Conte. Infatti l’unità d’intenti è subito naufragata nel caos grillino verso le ore di pranzo. Con la “schizofrenia” della comunicazione dei pentastellati. Il nome di Mario Draghi al Quirinale che piace tanto al segretario del Pd è una candidatura divisiva all’interno del Movimento e tra i giallorossi. E segna la spaccatura tra la base parlamentare e il gruppo dirigente che fa capo a Conte.
Conte cambia idea in 12 ore
«Qua stiamo impazzendo», sintetizza un deputato alla seconda legislatura intercettato dall’Ansa. In effetti si rasenta il paradosso. «Per il Quirinale il M5s spinge ancora per trovare un nome alternativo a quello di Mario Draghi, in modo da poter far rimanere il premier a Palazzo Chigi», dicono all’Ansa «fonti qualificate» del Movimento. Le stesse fonti parlano di «difficoltà di proseguire in un quadro di maggioranza di governo che senza Draghi difficilmente potrebbe reggere». Conte avrebbe dunque insistito sulla necessità di «trovare un nome alternativo» al Colle; perché – secondo il Movimento, avrebbe spiegato l’ex premier a Letta e a Speranza- è «opportuno che Mario Draghi resti alla guida di Palazzo Chigi: senza di lui è difficile che il governo regga».
Conte va a consultarsi con Di Maio
“Noi Draghi non lo reggiamo”, è subito l’altolà dei gruppi dei grillini spaccati. E’ intenso il pressing di deputati e senatori affinché Conte sgomberi la strada dalle ambiguità sulla permanenza del premier al governo. «Deve dire chiaramente che Draghi deve restare a Palazzo Chigi», è stata la richiesta. Che Conte in mattinata aveva in parte accontentato durante il vertice a tre. Poi il cortocircuito di Conte di fronte alla polveriera che non è in grado di controllare. “I senatori grillini sarebbero pronti a ogni ostruzionismo pur di ostacolare l’ascesa al Quirinale del presidente del Consiglio. I franchi tiratori sono dietro l’angolo”, legge la situazione contraddittoria il Giornale in un retroscena. Così Conte non sapendo più che pesci prendere è “costretto” a recarsi dopo vertice alla Farnesina, per consultarsi con Di Maio. “Una visita che però certifica il ruolo del ministro degli Esteri all’interno del partito”, postilla il quotidiano di Minzolini. Un’ammissione da parte di un capo “dimezzato” che nel M5S non si muove una paglia senza “fare a meno dell’influenza che Di Maio esercita su un numero sempre maggiore di parlamentari”.
Comunicazione schizofrenica nel M5S. Colpa di Casalino…
Di seguito è stato un susseguirsi tra i Cinque stelle di dichiarazioni contraddittorie, di cui è un’impresa seguire uno sviluppo logico. Ed ecco che si fa strada l’idea che l’artefice di questa immagine da Armata Brancaleone sia stato Rocco Casalino, ex portavoce di Conte a Palazzo Chigi. C’è frattura tra l’ex spin doctor di Palazzo Chigi e soprattutto il gruppo dei senatori M5S. “I beninformati parlano di una frattura che si è consumata anche tra i vertici dello staff comunicazione e alcuni esponenti vicini all’ex premier: come il capo delegazione del M5s al governo Stefano Patuanelli”. Di Maio avrebbe suggerito al capo del M5S “di non farsi trascinare nel gioco dei nomi; di tenere la bussola sul prosieguo della legislatura «per evitare di bloccare il Paese». «Draghi va preservato dai tatticismi», ha infatti dichiarato il ministro degli Esteri. Così, in serata Conte fa una giravolta degna di una commedia pautina: poco dignitosamente al Tg3 dichiara che «va garantita una continuità all’azione di governo»; ma «nessun veto» neppure su Draghi. Frase “oscura” scrive sul Corriere Massimo Franco. Una “casalinata”, commenta Verlardi, ospite della Palombelli a Stasera Italia. Tra le risate di tutti gli ospiti e il sorrisetto sornione della conduttrice. Ormai il M5S desta solo ilarità.