Quirinale, oggi vertice del centrodestra. I tre leader: «La nostra sarà una posizione unitaria»
Una telefonata oggi per un vertice domani. In vista del primo voto di lunedì sul Quirinale, il centrodestra serra i ranghi. Dopo essersi consultati telefonicamente in queste stesse ore, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno deciso di vedersi a Roma in un vertice di coalizione. Ribadita da tutti i partiti dell’alleanza la necessità di tenere una posizione condivisa e unitaria. Sotto il profilo della tenuta interna, l’incontro è particolarmente rilevante. Com’è infatti noto, in questi giorni più d’un osservatore ha percepito come polemico nei confronti dei suoi alleati il silenzio di Berlusconi. Ancor di più la circostanza che il Cavaliere era rimasto ad Arcore nonostante l’intesa di ritrovarsi nella giornata di ieri a Villa Grande, la sua dimora romana.
Il summit del centrodestra si terrà a Roma
Si era diffusa l’idea che Berlusconi non intendesse scendere nella Capitale per poter annunciare da solo la sua rinuncia a correre per il Quirinale e, un secondo dopo, il nome da votare. Una manovra spericolata, che avrebbe posto Salvini e Meloni di fronte al fatto compiuto. E questo solo per intestarsi il ruolo di kingmaker, per conto dell’intero centrodestra, del futuro presidente della Repubblica. La convocazione del vertice conferma ora l’erroneità di tale lettura. Al contrario, l’appuntamento ha ottime chance di rivelarsi decisivo ai fini della definizione della strategia dell’alleanza. Non per caso fonti leghiste sottolineano il «clima sereno e cordiale» che avvolge questa vigilia di vertice.
Salvini: «Faremo proposte di alto livello. No veti»
Ufficialmente, Berlusconi non ha ancora sciolto la sua riserva. Ma tutto lascia pensare che stia prendendo atto dell’impossibilità di contare su su un apporto di voti extra-coalizione sufficiente a fargli tagliare il traguardo dei 505 voti necessari dal quarto scrutinio in poi. Un concetto riecheggiato in un intervento dello stesso Salvini a Radio Padania Libera. «Non siamo autosufficienti – ha premesso il leader leghista -. Le proposte che avanzeremo dovranno trovare condivisione anche da parte di altri. Il nostro candidato – ha concluso – può andare oltre i voti del centrodestra. Ma non faccio nomi per non disturbare il percorso che stiamo facendo. Saranno proposte assolutamente di alto livello, senza che nessuno possa permettersi di mettere dei veti»