Quirinale, in mattinata nuovo round. FI e centristi si saldano con Renzi sul nome di Casini
«Tratteremo autonomamente, ciascuno tratterà in proprio». Più che esporre un metodo, Antonio Tajani ha annunciato il divorzio tra le forze del centrodestra. Lo ha fatto a conclusione del vertice di Forza Italia finito ieri a tarda sera. A tener compagnia ai berlusconiani solo i cespugli centristi raccolti intorno a Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa e il duo Toti-Brugnaro. Insieme sosterranno la candidatura al Quirinale di Pierferdinando Casini. A loro si aggiungeranno i renziani e (forse) il Pd. Tuttavia molte cose lasciano presagire che il nome dell’ex-presidente della Camera servirà solo a bloccare quello di Elisabetta Belloni (è la responsabile dei nostri servizi segreti), uscito dall’incontro tra Salvini, Conte e Letta tenutosi ieri pomeriggio negli uffici del M5S alla Camera.
Sesto giorno di votazioni sul Quirinale
La tattica del muro contro muro per obbligare a cercare un nome condiviso. E qui le ipotesi si sprecano: da quello di Draghi a quello di Giuliano Amato o di Paola Severino con sullo sfondo il bis di Mattarella, cui ormai guarda gran parte del Pd. È in questo clima di confusione, anzi di caos, che il Parlamento si accinge ad affrontare – alle 9,30 – la settima chiama del sesto giorno di votazioni per il Quirinale. Se infatti il centrodestra piange, la sinistra non ride. La carta Belloni uscita dal già menzionato incontro a te, pur attribuibile soprattutto a Conte, non mette d’accordo nel il M5S con il Pd né gli stessi grillini.
Acque agitate anche nel M5S
Mentre scriviamo è in corso alla Camera la riunione della cabina di regia del M5S. Ma le prime avvisaglie non promettono niente di buona. Il modo con cui Salvini e Conte hanno fatto circolare per il Quirinale il nome della Belloni non è piaciuto al deputato Murizio Cattoi. L’onorevole rappresenta i 5Stelle nel Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. La sua è quindi una voce importante, alla luce del ruolo ricoperto dalla Belloni. «Il capo del Dis, una donna di grande levatura – ha sottolineato – non può essere data in pasto alla stampa per coprire gli errori di una parte della politica che ha attribuito a Matteo Salvini il ruolo di kingmaker. Non è questo il metodo corretto per eleggere la più alta carica delle Stato».