Quirinale, la sardina Santori esagera e le spara grosse: insulta il Cavaliere e profetizza sul centrodestra
Quirinale, la sardina Santori prova a dirlo con parole sue: peccato che dalla sua bocca escano insulti inaccettabili da un esponente politico. Del resto, poteva mai essere che non rintuzzasse sul Cav e non discettasse sulla competizione presidenziale? Era mai possibile immaginare le ore della vigilia dell’elezione per il Colle senza una perla di saggezza dispensata a furor di popolo ittico dal leader dei pesciolini rossi? No, certo. E infatti, l’immancabile Mattia Santori, intervenendo con tempismo sospetto nel giorno in cui il centrodestra deve sciogliere il nodo su Berlusconi dentro o fuori la corsa per il Quirinale, ne approfitta per spararne una delle sue. La solita menata retorica intrisa di banalità d’antan, miscelate a una livorosa dose di astio politico e ritornelli datati: tutto demagogicamente sparso alla cieca e dispensato a strattoni.
Quirinale, Santori parla per le Sardine e a nome del centrodestra
E così, approfittando di un’intervista dell’Adnkronos, arringa i pesciolini rossi discettando su Berlusconi, di cui ricicla i soliti stornelli detti e ridetti (fino alla nausea): «Non è figura di garante». E parlando a nome dei colleghi di coalizione del Cav, aggiunge anche arbitrariamente: «Anche nel centrodestra rabbrividiscono a pensarlo capo del Csm». Poi, non pago, a delirio conclamato, sentenzia inneggiando al coro trito e ritrito di accuse e recriminazioni: «E poi, è un uomo di 85 che rappresenta il passato. Che non gode certo di buona fama internazionale. Figuriamoci vederlo a garante della Costituzione e delle istituzioni di cui ha fatto ciò che gli pareva per oltre vent’anni». Tutte argomentazioni, come si può vedere, da fine politologo. E rilanciate in nome di una sua presunta dotta preparazione e nutrita esperienza che, allargando lo spettro delle sue dissertazioni, lo porta a parlare anche di Draghi. Su cui, impegnato nella sua fine analisi (che ieri lo ha portato a definirsi addirittura «schifato»), Santori dichiara: «Al contrario, il premier deve restare al suo posto. Perché non si può abbandonare la nave mentre infuria la tempesta». Però, che metafora: un’allegoria marina che arriva da una sardina… Anzi, dal leader delle Sardine.
Quirinale, la sardina insulta il Cav e lancia previsioni a tutto spiano
Vele rosse ammainate e vento in poppa, Santori tira quindi la volata finale e chiosa: «Oggi la destra deciderà sicuramente di ritirarlo. Un po’ anche perché non ha i numeri» prevede alla Mago Otelma il leader delle Sardine. Poi, tra iperboli e de ja vu, torna a Draghi che, ricorda, «aveva un patto. E se le cose fossero andate diversamente, oggi sarebbe stato l’uomo ideale per il cambio di testimone con Mattarella – ragiona il bolognese – . Oggi però le condizioni sono cambiate. L’Italia è in ginocchio. Non c’è nessun settore che si salva. Da amministratore del turismo lo tocco con mano tutti i giorni. Se lasciasse la nave alla deriva sarebbe un segnale pericolosissimo»… E bla bla bla con le solite elucubrazioni sull’Italia dei cachi e sull’ex capo della Bce, oggi a Palazzo Chigi. E così Santori ha detto tutto. Come spesso accade: senza dire nulla di originale e nulla di spessore…