Quirinale, slitta il vertice di maggioranza. E Renzi sfotte Conte: «Non si è neanche presentato»
«Avevamo appuntamento alle 8,30. c’eravamo tutti: io, Letta, Speranza, Salvini, Tajani, ma Conte non si è presentato». A comunicare ai cronisti il flop del vertice mattutino della maggioranza di governo è Matteo Renzi, quasi addossandone la colpa al leader dei 5Stelle. In realtà, precisano fonti grilline, l’incontro è solo rinviato e questo per decisione unanime dei leader. Il tentativo di Renzi di scaricare tutto su Conte è tuttavia indicativo dello stato dei rapporti tra i partiti che sostengono l’esecutivo guidato da Mario Draghi. La partita del Quirinale ne sta evidenziando impietosamente le crepe e l’incapacità dei protagonisti di mettervi una pezza.
Ieri show di Renzi contro la Belloni
Lo dimostra anche l’assemblea dei Grandi elettori di Italia Viva, tenutasi in mattinata alla presenza dello stesso Renzi. Alla fine non è emerso alcun nome. Non stupisce. Al momento, infatti, Iv è tutta protesa a scongiurare l’elezione di Elisabetta Belloni al Quirinale. Ieri sera, Renzi è riuscito a trasformare in uno show contro la direttrice del Dis gli otto minuti e passa di intervista concessi a La7 per la consueta maratona di Enrico Mentana. Ha usato concetti come «decoro istituzionale», «cultura dello Stato» e «sensibilità politica», ma solo per nascondere il disagio personale derivante dall’esclusione dall’incontro a tre tra Salvini, Conte e Letta. «Nessuno si nasconda dietro la candidatura di una donna – aveva detto -. Non si può eleggere Capo dello Stato il capo dei servizi segreti».
La convergenza con FI su Casini
Da qui l’intesa con i centristi e Forza Italia sul nome di Pierferdinando Casini. L’ex-dc è da tempo in cima ai piani di Renzi per il Quirinale. Ha creduto di poterlo spacciare sia a destra sia a sinistra visto che ha militato nell’uno e l’altro campo, ma il niet di Salvini, necessitato dall’indisponibilità a votarlo da parte della Meloni, lo ha di fatto tolto dal campo. Se ancora ne circola il nome, è solo perché serve a neutralizzare quello della Belloni e quindi a favorire un accordo. Il rinvio del vertice di maggioranza, tuttavia, autorizza a ritenere che raggiungerlo sarà molto meno facile di quanto si possa immaginare.