Quirinale, tutti i numeri dei presidenti. I più votati, gli scrutini, i grandi elettori
Dall’entrata in vigore della Costituzione, sono stati necessari complessivamente 109 scrutini per eleggere 11 Presidenti della Repubblica in 12 elezioni, dopo la cessazione dal mandato del Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, con una media di 9,1 ad elezione, anche se la ripartizione non è certo omogenea, visto che alcune tornate si sono risolte con un’unica votazione, mentre altre sono state particolarmente complesse.
Cossiga e Ciampi eletti al primo scrutinio
Se infatti Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi sono stati eletti al primo colpo, c’è stato bisogno di 23 scrutini prima di arrivare all’elezione di Giovanni Leone, battendo il record di sette anni prima, quando ci vollero 21 votazioni per la scelta di Giuseppe Saragat. Seguono in questa classifica Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro, eletti al tentativo numero 16. Per Antonio Segni ce ne vollero invece 9, 6 per il bis di Giorgio Napolitano, che sette anni prima ce l’aveva fatta allo scrutinio numero 4, come Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi e Sergio Mattarella.
Pertini il più votato, Segni il meno votato
Sandro Pertini è stato il Presidente della Repubblica più votato dal Parlamento, con 832 consensi, nonostante si sia arrivati alla sua elezione soltanto al sedicesimo scrutinio. Segue in questa classifica, come nella cronologia dei Presidenti, Francesco Cossiga, con 752 voti. Quindi Giorgio Napolitano, in occasione della rielezione, con 738; Carlo Azeglio Ciampi con 707, Oscar Luigi Scalfaro con 672, Sergio Mattarella con 665, Giovanni Gronchi con 658, Giuseppe Saragat con 646, Giorgio Napolitano con 543, Luigi Einaudi e Giovani Leone con 518 e Antonio Segni con 443.
Considerando tuttavia che il numero dei componenti l’Assemblea è variato di elezione in elezione, con i delegati regionali che solo dal 1971 furono presenti al completo, altro dato che va considerato è la percentuale di voti ottenuti sugli aventi diritto. Anche in questa classifica al primo posto si trova Pertini con l’82,3 per cento, seguito da Gronchi con il 78,1. Quindi si registra il 74,3 di Cossiga, il 73,2 di Napolitano (nella rielezione), il 70 di Ciampi, il 67,1 di Saragat, il 66,5 di Scalfaro, il 65,9 di Mattarella, il 57,6 di Einaudi, il 53,8 di Napolitano, il 51,9 di Segni e all’ultimo posto il 51,4 di Leone.
Cossiga il più giovane dei presidenti italiani
È Francesco Cossiga, eletto un mese prima del compimento dei 57 anni, il Presidente della Repubblica più giovane della storia, Sandro Pertini quello più anziano, eletto a poco più di due mesi dal compimento degli 82 anni; Giorgio Napolitano, se si considera la rielezione avvenuta a due mesi dal compimento degli 88 anni. Lo stesso Napolitano è salito al Colle a meno di due mesi dal compimento degli 81 anni, Carlo Azeglio Ciampi ne aveva 78, Luigi Einaudi 74, Oscar Luigi Scalfaro e Sergio Mattarella 73, Antonio Segni 71, Giovanni Gronchi 67, Giuseppe Saragat 66, Giovanni Leone 63. Enrico De Nicola invece aveva 69 anni quando fu scelto come Capo provvisorio dello Stato.
Saranno 1009 i Grandi elettori
Saranno 1009 i grandi elettori chiamati ad eleggere il Capo dello Stato: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. Nei primi tre scrutini per essere eletti occorre il quorum dei due terzi i componenti l’Assemblea, vale a dire 673 voti, dal quarto la maggioranza assoluta, 505.