Scuola, Bianchi si bea: nessun disastro. Ma non è proprio così. Meloni: ora tutti rivalutano le nostre proposte
Scuola, nel ginepraio di regole, dubbi, paure e mancanze. Con le classi al gelo e le mascherine a carico delle famiglie, la prima settimana di ritorno in aula dopo le vacanze è all’insegna del caos. Un rientro complesso, su cui pesa l’assenza di centinaia di ragazzi e bambini in quarantena o positivi. Così come mancano all’appello decine di insegnanti e amministrativi fuori gioco per le stesse ragioni. Un rientro zavorrato dalla dad a cui classi, o interi istituti, sono comunque dovuti ricorrere: «121 solo a Torino in cinque giorni», certifica in queste ore La Repubblica. «E 61 le sezioni della scuola dell’infanzia che hanno ridotto l’orario per carenza di personale». Ma per il ministro Bianchi va tutto bene: «La scuola ha riaperto. E non c’è stato alcun disastro».
Scuola, Bianchi: «Ha riaperto e non c’è stato alcun disastro»
Proprio così: il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervenendo a Radio24, si congratula con i presidi che hanno affrontato i problemi che si sono verificati «con grandissima responsabilità» e tira dritto. Eppure, a giudicare dalle criticità che proprio molti dirigenti scolastici hanno negli ultimi giorni, il rientro non è stato proprio così indolore. Peraltro con lo spettro della dad che insiste a incombere pesantemente, sia per le problematiche epidemiologiche. Che per il caos di norme e provvedimenti mirate a contrastarle. Eppure, per il titolare del dicastero di viale Trastevere, va tutto bene: «Il famoso disastro che ci doveva essere con la riapertura della scuola dopo le vacanze natalizie non c’è stato».
Scuola, soddisfazione del ministro a parte, i problemi restano sul tavolo
A parte i soliti: regole incomprensibili o inattuabili. Lezioni al gelo per la mancanza di sistemi di aereazione meccanica controllata negli istituti. Mascherine Ffp2 non pervenute e a carico delle famiglie. Ecc, ecc… Un file corposo, che il ministro liquida semplicemente dicendo: «Impossibile, certo, disconoscere che «ci sono stati problemi, molti, differenziati zona per zona», ma per Bianchi ospite in radio, il punto è sempre il pregresso. «Siamo arrivati con un carico di contagi presi nelle tre settimane prima, quando la scuola era chiusa. E quindi è chiaro che questo ha avuto effetti differenziati. Però la scuola ha riaperto. E la cosa importante è che maturasse in tutti il principio che essa è un elemento fondante della società. Quindi non è che prima chiude la scuola e poi viene tutto il resto».
Il problema (inevaso) della mancanza di sistemi di aerazione meccanica controllata
Già, tutto il resto: a partire dall’incognita dei mezzi di trasporto pubblico, su cui nulla è stato fatto in termini di riorganizzazione ad hoc, se non aggrovigliare il tema alle norme sulla certificazione verde. Per non parlare dei disagi legati ai focolai nelle scuole, per cui l’unica soluzione individuata al momento è garantire l’areazione facendo lezione con le finestre aperte. Con buona pace di chi, come Fratelli d’Italia, dai tempi del Conte bis, sottopone all’attenzione del governo il problema della mancanza di sistemi di aerazione meccanica controllata negli istituti. Una criticità rimasta inevasa, fin qui snobbata, se non addirittura oggetto di scherno da parte dei soliti soloni che, nei mesi scorsi, tra dem e grillini, hanno eluso le proposte di Fdi. Preferendo soluzioni beffa come quella dei banchi a rotelle o delle lezioni ospitate in altri spazi.
Meloni, le nostre proposte, avanzate e trascurate per mesi, ora le invocano in molti…
Mancanze gestionali gravi e nodi che vengono al pettine, che la stessa Giorgia Meloni, all’indomani dell’ultima puntata di Piazza Pulita, sottolinea con un post su Facebook pubblicato nelle scorse ore, in cui rileva: «Per mesi e mesi noi di Fratelli d’Italia abbiamo chiesto che il governo inserisse nelle classi delle scuole strumenti di aerazione meccanica controllata, invece di comprare ridicoli banchi a rotelle. Lo abbiamo fatto in totale solitudine. Presentando emendamenti e proposte. Siamo stati ignorati, a volte persino derisi». Come dimostra l’eloquente accostamento nel post in oggetto, di due interventi sull’argomento affrontati da Formigli con approccio e toni di segno diametralmente opposto: il primo datato 16 settembre 2021. Il secondo: 13 gennaio 2022.
«E quelli che ci deridevano, come se nulla fosse, ora ne parlano come di una cosa geniale»
Salvo poi, conti e denunce alla mano di quest’ultimo rientro in presenza, dover tornare sulla questione. Un file che si riapre e per cui la Meloni, commentando l’ultima puntata della trasmissione su La7, torna a dire: «Ora la stessa soluzione viene invocata da molti, che ovviamente si guardano bene dal dire che è da tempo una delle nostre proposte principali. E quelli che ci deridevano, come se nulla fosse, ora ne parlano come di una cosa geniale. Buongiorno signori. Come sempre ci siete arrivati dopo mesi, meglio tardi che mai. Però vi prego, almeno non dateci lezioni».