Scuola, Draghi riapre ma all’appello manca una classe su 3. I presidi: 200.000 aule in Dad entro 7 giorni
Scuola nel caos, per chi suona la campanella? Il governo rispedisce gli studenti in classe per le lezioni in presenza a dispetto di contagi e allarme lanciato da governatori, presidi e virologi. Ma all’appello manca una classe su tre… L’esecutivo ha tirato dritto e oggi milioni di studenti hanno fatto rientro in classe dopo la pausa natalizia. Nonostante l’allarme per l’alto numero di contagi. Malgradi i timori paventati da più parti: dai governatori ai presidi, passando per virologi e medici. Tutti concordi nel chiedere, negli ultimi giorni, e a più riprese, il ricorso alla Dad. O, comunque, il rinvio della ripresa in presenza. Tanto più che, come comunicato e reso noto nelle ultime ore, il ritorno a scuola non sarebbe stato lo stesso per tutti. Anzi, stando a quanto riferisce tra gli altri Il Messaggero, «almeno una classe su tre resterà a casa. Per loro la lezione sarà online», con attivazione della dad. In più ci sono le assenze di professori: un problema che lo stesso ministro Bianchi ieri non ha potuto negare, asserendo: «C’è sicuramente la possibilità che domani manchi del personale»…
Scuola, rientro nel caos: all’appello resta chiusa una classe su tre
E infatti, la riapertura delle scuole inizia in salita. Con le Regioni arrivate a procedere in ordine sparso. Comuni che hanno lasciato chiusi gli istituti. E con molte classe in quarantena non da ieri. Insomma, al suono della prima campanella del 2022 potrebbero essere decine di migliaia le assenze registrate oggi. In base a quanto stima il quotidiano capitolino, addirittura «circa 120mila classi, delle 360mila complessive». E infatti, alle quasi 80mila classi che resteranno deserte tra Campania e Sicilia che hanno optato per le scuole schiuse, si aggiungono quelle chiuse in diversi comuni del Lazio (Artena. Genazzano e Bellegra. Borgorose. Fara Sabina e Stimigliano).
Scuola, oltre alle Regioni, molti comuni hanno tenuto chiusi gli istituti in tutta Italia
E ancora: in Calabria, dove restano chiuse le scuole di Reggio Calabria e dei comuni di Taverna. Magisano e Pentone. Nella Presila Catanzarese. A Motta San Giovanni nel Reggino. Come a San Giovanni in Fiore nel Cosentino. E in tutta la provincia di Crotone. Ma anche in Puglia, dove i comuni di Copertino. Orsara di Puglia. Sannicandro Bari. Grumo Appula., Otranto. Uggiano La Chiesa. Soleto. Carmiano e Lizzanello, hanno serrato i portoni. Così come in Veneto – nel comune di Torri del Benaco –. E in Lombardia – nei comuni di Cisliano. Albairate e Cassinetta –. Dove le amministrazioni locali hanno disposto che non si tengano lezioni in presenza.
L’allarme dei presidi: «Lunedì prossimo nelle scuole di Roma e Lazio avremo circa 17.500 studenti positivi al Covid»
Un situazione di grande preoccupazione e di forte disagio, che la presidente dell’Associazione nazionale presidi per il Lazio, Cristina Costarelli ha riassunto e formalizzato emblematicamente, dichiarando all’Adnkronos: «Siamo preoccupati dai dati. Lunedì prossimo nelle scuole di Roma e nel Lazio avremo circa 17.500 studenti assenti perché positivi al Covid. Il trend di contagi che abbiamo riscontrato è tale che entro pochi giorni dal rientro metà delle classi saranno in quarantena. È un quadro – prosegue la Costarelli – aggravato dall’assenza di almeno 10mila docenti. Tra chi non ha adempiuto agli obblighi vaccinali. Chi è stato sospeso, chi è in quarantena. E le assenze consuete, prevediamo almeno 15 insegnanti assenti per scuola, su un totale di circa 700 istituti scolastici nella Regione».
«Avremmo potuto ritardare l’apertura e rinforzare le nostre difese»
Una preoccupazione condivisa da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, che a Rainews oggi ha dichiarato: «A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare di due o tre settimane l’apertura ma allo specifico scopo di raggiungere alcuni obiettivi che in questo momento non sono raggiunti e questo avrebbe consentito di essere abbastanza sicuri di non chiudere più. Invece, in questo momento, abbiamo riaperto, la pandemia sta andando e il numero degli alunni positivi è in crescita». Aggiungendo a stretto giro: «Stamattina sono stato a visitare una scuola molto all’avanguardia in cui un quarto delle classi era in Dad. C’é una previsione di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi – aggiunge –. Una previsione facile da fare perché basta applicare una crescita di tipo esponenziale e si arriva subito a questi numeri. Quello che il governo non ha voluto fare lo farà comunque la pandemia: solo che la pandemia lo fa costringendoci, noi avremmo potuto ritardare l’apertura e rinforzare le nostre difese».