«Sono deluso»: Djokovic espulso, addio agli Open. Al suo posto nel tabellone l’italiano Caruso
La guerra di carte bollate e ricorsi è finita: la Corte Federale australiana ha confermato la cancellazione del visto di Novak Djokovic. Il tennista serbo numero uno al mondo ha perso l’appello contro la decisione del ministro dell’Immigrazione Hawke e dovrà lasciare l’Australia. Il tribunale ha respinto il ricorso all’unanimità da parte dei tre giudici. Djokovic quindi non potrà partecipare agli Australian Open che si aprono domani. Il campione serbo è stato anche condannato a pagare le spese processuali. Il team dei legali della star del tennis, al centro della intricata vicenda da giorni, ha rinunciato a ulteriori appelli. Che tra l’altro non consentirebbero a Djokovic di poter giocare…
Djokovic espulso: «Lascerò l’Australia»
E con Djokovic fuori gara per l’annullamento del visto e l’espulsione, l’Atp ha deciso che il suo posto sarà preso da un “lucky loser“: l’italiano Salvatore Caruso, numero 150 del mondo. Il campione serbo ha commentato l’epilogo della vicenda dicendosi «molto deluso». La star del tennis ha perso prima ancora di scendere in campo. Il verdetto del giudice capo James Allsop – arrivato a seguito di una decisione unanime dei tre giudici che hanno affrontato il caso a Melbourne – significa che il nove volte campione Djokovic non sarà in grado di difendere il suo titolo agli Australian Open, che inizieranno domani.
Il tribunale federale conferma l’espulsione. Djokovic: «Sono deluso»
Ma, come ha sottolineato il presidente della Corte Suprema James Allsop prima di annunciare la decisione, il compito della corte era semplicemente quello di valutare se la decisione presa dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke fosse illegale. Irrazionale. O legalmente irragionevole. E alla fine, la corte ha ritenuto che i motivi delineati dagli avvocati di Novak Djokovic non lo dimostrassero. Ossia, che era corretta la decisione presa dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke di annullare i visti di Djokovic che sarà espulso dall’Australia. E che potrebbe dover affrontare un divieto di ingresso nel Paese esteso fino a tre anni.
I legali: «L’espulsione può compromettere la sua carriera e indurre sentimenti no vax»
Nel corso del dibattimento per il ricorso contro la seconda cancellazione del visto di Novak Djokovic, il legale del numero 1 del mondo, lo stesso Nick Wood che ha vinto il primo ricorso davanti al giudice Kelly della Federal and Family Court, ha replicato alla tesi del ministro Hawke secondo cui la presenza di Novak Djokovic avrebbe aumentato il consenso verso i No-vax e il rischio di manifestazioni o disordini. «Il ministro non ha considerato lo scenario alternativo», ha detto Wood il aula. «Se Djokovic sarà espulso – una scelta che comprometterà la sua carriera – è abbastanza scontato che sarà questa decisione a poter generare sentimenti no vax»…
Australia: la decisione sul tennista presa per «motivi di salute, sicurezza e buon ordine»
Ma tant’è. E del resto, il campione serbo avrebbe potuto intervenire in udienza e chiarire le cose personalmente. Invece ha scelto di non farlo. E comunque, ha sostenuto il legale del governo australiano, Stephen Lloyd, «non ha mai presentato prove materiali che non si sia vaccinato per una qualche ragione medica. Al momento della decisione del ministro, il fatto che non fosse vaccinato era ben noto e inequivocabilmente conosciuto. Tutti potrebbero arrivare alla conclusione che se Djokovic non si sia vaccinato finora, lo abbia fatto per scelta». Concludendo il suo discorso, il legale del governo ha sottolineato che il ministro Hawke non deve dimostrare che Djokovic effettivamente stimolerà i sentimenti no-vax, ma solo che potrebbe farlo. Tanto basta, ha spiegato, per decidere di revocargli il visto nei termini di legge.
Djokovic: «Mi prenderò tempo per riposare. Spero di tornare a giocare l’Australian Open»
Polemiche e recriminazioni a parte, Djokovic è pronto a ripartire. Rassegnato o deluso, si dice comunque collaborativo e dichiara: «Rispetto la decisione della corte. E collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza dal Paese». Quindi aggiunge: «Ora mi prenderò un po’ di tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti». Anche perché, come lo stesso campione serbo sottolinea: «Sono a disagio per l’attenzione che c’è stata nelle ultime settimane su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare ai giocatori. Ai funzionari del torneo. Allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio per il torneo. Spero di tornare a giocare gli Australian Open». Infine, dopo i ringraziamenti di rito a familiari, amici, squadra e tifosi – «siete stati tutti una grande fonte di forza per me», ha concluso – Novak Djokovic, numero 1 del tennis mondiale, si prepara a lasciare l’Australia.