Torino, il marocchino accusato per la morte della piccola Fatima: la lanciavo in aria per gioco
Torino, è di omicidio volontario con la formula di dolo eventuale l’accusa degli investigatori al 32 enne di origine marocchina accusato della morte della piccola Fatima. La bimba precipitata dal quarto piano di uno stabile e morta in seguito alle lesioni riportate.
Lunedì dovrebbe tenersi l’udienza di convalida mentre ancora non si conosce la data dell’autopsia sul corpo della piccola. L’esame dovrà accertare la possibile traiettoria della caduta.
L’uomo, che aveva una relazione con la madre della bimba, oggi ha di nuovo cambiato versione dinanzi al gip. Ha detto di essere andato a prendere la bimba a casa della mamma che abita al piano di sotto. Poi con lei in braccio è andato sul balcone facendo quel gioco che erano soliti fare in casa e che alla piccola piaceva tanto. Cioè essere lanciata e in aria e ripresa.
“La lanciavo e la riprendevo e la mamma ci guardava sul balcone del piano di sotto, non so cosa può essere successo”, ha spiegato l’uomo che poi ha ribadito al gip di aver bevuto solo un paio di bicchieri ma di non essere ubriaco e di aver perso la lucidità solo quando si è accorto di quanto era accaduto e visto la bimba caduta.
“Si è trattato di un tragico incidente, senza alcuna volontà di quanto è accaduto”, ha detto all’Adnkronos il legale dell’uomo, Alessandro Sena che già ieri aveva sottolineato che il suo assistito era molto legato alla piccola.
Inizialmente la versione dell’uomo è stata un’altra: “Non ce l’avevo in braccio. No, assolutamente no. Ero con altre due persone in casa, mi sono distratto e lei è uscita sul ballatoio: questa è la mia colpa”. Una versione poco convincente data l’altezza della ringhiera che la piccola avrebbe dovuto scalare prima di cadere nel vuoto dal quarto piano. Inoltre con i due amici, l’uomo aveva organizzato una serata a base di alcol e stupefacenti. Era stato anche condannato per spaccio e per reati contro il patrimonio.