Una “manina” proroga di un anno lo stato d’emergenza. Ma in Europa tutti fanno il contrario
Lo spettro dello stato d’emergenza prorogato fino al 31 dicembre 2022 anziché, come tutti sanno, fino a fine marzo, sarebbe nelle intenzioni del governo. Subire l’ennesima proroga mentre i governi degli altri Paesi stanno già pianificando, dopo Omicron, l’uscita dalla pandemia, sarebbe una mannaia ingiustificata dalla situazione reale. A meno che nel governo non abbiano il dono della preveggenza. E’ il sito di Affariitaliani a raccontare nel dettaglio che si tratta di un disegno di legge presentato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco. “E stato depositato tra gli atti del Senato, ed emerge con un documento datato 16 gennaio 2022″.
Proroga dello stato d’emergenza fino a fine anno e non fino a marzo
E’ il Disegno di legge 2448-quinquies: all’interno del testo la frase “e comunque entro il 31 dicembre 2021” sarebbe stata sostituita da “e comunque entro il 31 dicembre 2022”. Una “manina” avrebbe corretto la data. Il decreto in questione mostrerebbe il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”. Per questo – spiega Affaritaliani – “giustificherebbe tra le proprie pieghe l’estensione dell’emergenza in Italia, a discapito di quanto si aspettano gli italiani”.
Proroga dello stato d’ emergenza. Disegno di legge presentato dal ministro Franco
Il disegno di legge è stato “presentato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze (Franco); comunicato alla presidenza l’11 novembre 2021”; l’annuncio risale alla “seduta n. 379 del 16 novembre 2021”; e si trova nel capitolo “Proroga di termini, malattie infettive e diffusive, informazione, apparecchi telefonici”. Una classificazione provvisoria. Se ciò fosse confermato, si tratterebbe dell’ennesimo “innamoramento” di questo governo per un’emergenza “perpetua”, lesiva di molti diritti. E che lascerebbe nel capitolo delle leggende metropolitane la benedetta “convivenza con il virus” che tutti a parole auspicano. Non sono noti, almeno stando alle note scarne del testo, i criteri che giustificherebbero la proroga dello stato d’emergenza: se con lo stress delle terapie intensive; con l’occupazione dei posti letti in ospedale; o con il numero dei morti e dei contagi da Covid. Non si sa.
Da noi emergenza perpetua. In Europa prendono un’altra direzione
Risuonano come non mai le parole di Giorgia Meloni pronunciate proprio ieri durante il falsh mob di FdI fuori dalla Camera, proprio dopo l’approvazione del decreto sulle nuove restrizioni: “Il governo italiano ha piegato i diritti fondamentali, la Costituzione. Ha imposto le norme più aggressive del mondo: e il risultato è che noi abbiamo il tasso di contagi più alto di quello di altre nazioni in cui nemmeno lontanamente sono state imposta le stesse restrizioni. E, peggio ancora, abbiamo il tasso di mortalità da Covid più alto d’Europa“. In buona sostanza l’intenzione di differire lo stato d’emergenza alla fine di quest’anno porta con sé la proroga dell’intero sistema di tracciamento fino al 31 dicembre di quest’ anno. Senza contare la modalità silenziosa e della perenne assenza di trasparenza.
Proroga stato d’emergenza: il nostro tracciamento perpetuo
“A questo punto è chiaro che il bliz di Franco per prorogare il tracciamento è l’escamotage necessario per lasciare viva l’impalcatura digitale anche quando sarà definito decaduto lo stato di emergenza. Si tratta della “ciclopica macchina della piattaforma nazionale Digital green certificate (Pn-Dgc): per l’emissione, il rilascio e la verifica dei certificati verdi”. Va da sé che “il passaporto sanitario potrà incrociare i dati fiscali con quelli dei consumi e delle spese”, fa notare la Verità. Insomma, la confusione regna sovrana. Mentre l’Italia ha l’intenzione di prorogare lo stato d’emergenza, in Francia, che sta avendo il boom di contagi, va via l’obbligo delle mascherine all’aperto. Mentre l’Italia obbliga gli over 50 a vaccinarsi, l’Austria rilancia e diventa la prima in Europa a introdurre l’obbligo vaccinale per tutti gli over 18.
Parigi, Austria e Regno Unito: la confusione regna sovrana
Inoltre Parigi si prepara a sospendere alcune restrizioni che riguardano le attività al chiuso. Dal 2 febbraio, cadono tutti i limiti di capienza per eventi sportivi e culturali. La mascherina non sarà più obbligatoria all’aperto; e lo smart working, ora obbligatorio almeno tre giorni a settimana, diventerà facoltativo. Cancella invece praticamente tutte le restrizioni anti-Covid il Regno Unito, dove la vita era già tornata ad una semi normalità lo scorso luglio. Alla ricerca di consensi dopo il partygate, Boris Johnson si mette dunque alla spalle anche le ultime misure d’emergenza; e pensa addirittura ad abolire l’isolamento dei positivi: da giovedì prossimo, 27 gennaio, è abolito il green pass:che era stato introdotto a dicembre per i grandi eventi e le discoteche. Cade anche l’obbligo di portare la mascherina a scuola e negli altri luoghi dove era richiesta: negozi e mezzi pubblici. Resta solo consigliata nei luoghi affollati. Mentre in Italia si prospetta l’emergenza perpetua.