Vaia apre all’ottimismo: i vaccini funzionano e il virus morde meno. Positivi? Liberi dopo 5 giorni senza test
Il professor Vaia prova a fare chiarezza. E nel cimentarsi nell’ardua impresa di smontare facili allarmismi e argomentare con semplicità quello che è il reale status quo della pandemia, in un’ampia intervista rilasciata a Libero quotidiano, afferma netto: «Le caratteristiche della pandemia Covid-19 nella fase attuale appaiono profondamente mutate, in relazione alla diffusione della variante Omicron di Sars-CoV-2. Ma anche alla alta percentuale delle persone vaccinate nella popolazione. La variante Omicron – sottolinea Vaia – ha una contagiosità più elevata delle precedenti, e questo spiega il rapido aumento del numero dei casi. Un’incubazione generalmente più breve. Ma una gravità clinica ridotta, in particolare nelle persone vaccinate».
Vaia apre all’ottimismo: i vaccini funzionano e il virus, per sopravvivere morde meno
E ancora. «La vaccinazione, seppure abbia un’efficacia ridotta nel prevenire il contagio da Omicron, conserva se completata da meno di quattro mesi o integrata con una dose booster, una elevata capacità di ridurre la gravità clinica dell’infezione». Pertanto, la diagnosi del professore, con tanto di prognosi, è: «Non facciamoci spaventare dai numeri alti dei positivi. Ma guardiamo la bassa percentuale di casi gravi rispetto ai contagiati. E soprattutto, riconosciamo ai vaccini il ruolo chiave che hanno avuto nel contenere i decessi». Una sintesi che apre alla fiducia e a una visione ottimistica della situazione.
Vaia, per i vaccinati positivi è sufficiente siano «liberi dopo 5 giorni senza test»
Anzi, di più. Una panoramica scientifico-sociale, quella del luminare, che tra le righe rimanda all’idea che oggi, visti i numeri – che Vaia spiega e razionalizza – dei contagiati, che si contano a centinaia di migliaia al giorno, milioni di persone sane si sentono costrette a casa in quarantena, in virtù di regole che, stando a quanto raffigura il professore, sembrano indicate a ingessare il Paese più di quanto la situazione lo richieda. Non a caso, infatti, a stretto giro, sempre nell’intervista il direttore dell’Istituto per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, aggiunge e spiega: «Lo scenario è mutato. Il mondo del lavoro e dei servizi è troppo sotto pressione a causa di regole su quarantena e isolamento non più giustificate dalla gravità del virus».
E isolamento ridotto anche per i non vaccinati o i vaccinati da oltre 120 giorni: da 10 a 5 giorni
E poi: «Abbiamo tanto sponsorizzato i vaccini, valorizziamoli. Pertanto, per quanto riguarda l’isolamento dei contagiati, bisogna consentire ai vaccinati con terza dose o con seconda da meno di quattro mesi di uscire di casa dopo cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi, se stanno bene. E senza necessità di negativizzarsi con un tampone. Per quanto riguarda i non vaccinati o i vaccinati da oltre 120 giorni, l’isolamento andrebbe ridotto dagli attuali dieci a cinque giorni».
Da Vaia una “ricetta” utile a districare l’intricata matassa di obblighi e divieti
Una “ricetta” mirata a sbrogliare l’intricata matassa di obblighi e divieti, che il professor Vaia prescrive anche per i negativi che vivono con dei positivi. Ai quali semplicemente indica: «Nessuna quarantena per chi è in terza dose o in seconda da quattro mesi. Come già previsto, escano di casa con la mascherina Ffp2, e dopo cinque giorni con quella normale. Per gli altri, riduzione della quarantena a cinque giorni, con la possibilità di interromperla se non ci sono sintomi. E senza bisogno di sottoporsi a un tampone».