Verdini, con la sua lettera sul Quirinale, si dichiara fan di Salvini più che di Berlusconi
Nelle grandi manovre per l’elezione del nuovo capo dello Stato con Silvio Berlusconi unico candidato, irrompe la lettera di Denis Verdini pubblicata sul Tirreno.
L’ha scritta ad altri due berlusconiani assoluti e fuori dagli schemi, Marcello dell’Utri e Fedele Confalonieri. Evento che ha fatto sobbalzare Marco Travaglio, con Il Fatto che oggi scrive che i pregiudicati si scrivono letterine tra loro in supporto al Cavaliere.
“In trent’anni – osserva Verdini – il centrodestra mai è stato così vicino, nei numeri, a poter conseguire un risultato che mai ha ottenuto” e Silvio Berlusconi “ha la legittima ambizione di coronare il suo straordinario percorso. Nessuno nel centro-destra può negargli questa opportunità”.
In sintesi il messaggio di Verdini è il seguente: Berlusconi faccia pure il suo tentativo ma poi lasci a Matteo Salvini (che per inciso è anche il genero di Verdini) il ruolo di kingmaker. «Ciò che non si può pretendere» – suggerisce Verdini – è che il leader leghista «rinunci al tentativo di esercitare un ruolo da king maker. Gli si può chiedere lealtà ma non fedeltà assoluta». Perché «un’eventuale sconfitta sul Quirinale pregiudicherebbe la sua carriera politica».
Il consiglio principe è dunque quello di assicurare «niente patti con Letta e Renzi» ma basta anche al «chiacchiericcio» sulla possibilità di sostegno a «Draghi, Amato o chissà chi altro, spaccando il centrodestra». Sia chiaro: «Se Salvini o Meloni capissero che il “Nostro” ha seconde carte o piani B, sarebbe l’intero centrodestra a saltare per aria».
Insomma, «Silvio deve permettere a Salvini di portare a termine l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto il suo appoggio». Secondo Verdini, se alla quarta votazione Berlusconi avesse tutti i consensi del centrodestra, potrebbe «ritirarsi con dignità». Ma se mancassero anche quelli, «sarebbe un disastro. E ancora peggio per chi lo ha portato a questo punto».