Via Fani, l’ira di Bernardi (Associazione vittime): «Ignobile mettere all’asta il volantino delle Br»
«L’ennesimo affronto, l’ennesima offesa alla memoria delle vittime del terrorismo, in particolare per i caduti di via Fani e Aldo Moro». Non usa sfumature il presidente dell’Associazione europea vittime del terrorismo Giovanni Berardi per commentare la decisione di mettere all’asta il volantino diffuso dalle Brigate Rosse dopo l’eccidio di via Fani. Neanche potrebbe, d’altra parte: suo padre era infatti il maresciallo Rosario Berardi, ucciso dalle Br a Torino il 10 marzo 1978. Solo sei giorni prima che il commando dei terroristi comunisti rapisse lo statista dc (freddato il successivo 9 maggio) e sterminasse la sua scorta.
Ignota l’identità dell’autore dell’iniziativa
Un’iniziativa, questa del volantino da battere come fosse un quadro d’autore, a dir poco incredibile. E di cui non si sa praticamente nulla. Lo sottolinea lo stesso Bernardi. «Un individuo di cui non è dato sapere l’identità (nel senso che potrebbe anche essere l’ennesimo terrorista brigatista in libertà) – scrive infatti in una nota – mette all’asta, quasi come fosse un francobollo per bimbi, il volantino originale delle Brigate Rosse con il quale rivendicarono appunto la strage di via Fani». Per un uomo, come Bernardi, che di quella stagione reca ancora i segni del lutto e del dolore, l’idea dell’asta è davvero fuori dal mondo.
In via Fani furono uccisi Moro e gli agenti della sua scorta
Non a caso parla di «documento che gronda il sangue sacro e integerrimo di Servitori dello Stato». Un documento, si legge ancora nella nota, «che copre 43 anni di segreti, di sottrazione di verità e giustizia, di connivenze, complicità mai chiarite e da sempre negate alle vittime del terrorismo e all’intero nostro Paese». E che per questo, conclude Berardi, «dovrebbe essere tutelato, protetto, assoggettato agli archivi centrali dello Stato, per mostrarlo alle generazioni future». Parole, le sue, che non possono cadere nel dimenticatoio o accolte con la scrollatina di spalle cui solitamente assistiamo ogni qualvolta, per un motivo o per un altro, l’Italia ripiomba nella tragica stagione degli Anni di piombo dall’ingresso sbagliato, quello del terrorismo rosso.