Vittorio Feltri attacca: «Letta un portaombrelli, Salvini il peggiore, Conte si è dissolto da solo»

29 Gen 2022 14:52 - di Agnese Russo
vittorio feltri

È una bocciatura senza appello quella che Vittorio Feltri decreta per Matteo Salvini, che giudica come «il peggiore» di tutti i leader di partito e coalizione che stanno gestendo l’elezione del presidente della Repubblica. Per il direttore editoriale di Libero «nessuno ha meritato la sufficienza», perché, se Salvini si è mosso molto male, «non è che gli altri brillino». «Lo dico io che pendo a destra e non certo a sinistra. Però – ha precisato Feltri – le sue mosse sono quasi comiche. Mi dispiace dirlo, ma è la verità».

Vittorio Feltri: «Salvini il peggiore, Letta inesistente»

Parlando con l’Adnkronos, Feltri non ha comunque fatto sconti neppure agli altri, a partire da Letta, che «è inesistente, è come un portaombrelli. Chiunque passa di lì mette il suo ombrello e buonanotte». Quanto a Conte, «si è dissolto da solo, poverino». Insomma, «nessuno ha meritato la sufficienza per usare un linguaggio scolastico. E poi c’è qualcuno che si è segnalato per una particolare inabilità e pressappochismo».

«In sette anni si poteva fare qualche riflessione…»

Per il giornalista, dunque, «complessivamente siamo di fronte a qualcosa che assomiglia a una schifezza generale, questa è la verità». Feltri ha ricordato che «si sapeva da sette anni che bisognava trovare un sostituto di Mattarella. In sette anni – ha aggiunto – si poteva fare qualche riflessione. Invece, sono arrivati lì allo sbando e nessuno sa che cosa deve fare. Soprattutto, non riescono neanche a fare i conti per capire come sia possibile arrivare alla scelta di una persona che non sia ridicola. Non sono capaci neppure di giocare sotto il tavolo».

Casini? «Si è dato molto da fare, ma è “nomen omen”»

Secondo Vittorio Feltri, l’unico candidato possibile per il Colle fin dall’inizio della partita sarebbe dovuto essere Mario Draghi. «È chiaro – ha detto il direttore di Libero – che la cosa che si doveva fare era prendere immediatamente Draghi e metterlo al Quirinale. Per il governo avrebbe scelto una persona di sua fiducia che sarebbe andata avanti nel segno della continuità con la sua politica. Questa mi sembrava e mi sembra la soluzione più normale». Feltri, infine, boccia senza appello anche la “carta” Casini. «Ho visto che si sta dando moltissimo da fare, ma Casini è “nomen omen”. Ha cominciato come forlaniano, poi è diventato berlusconiano, recentemente è stato eletto nelle liste del Pd. Non so – ha concluso Feltri – se meriti di rappresentare gli italiani».

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