Addio a Pierluigi Frosio: capitano del Perugia dei miracoli e indimenticabile “figurina” degli anni ’70
Lutto per il calcio e in particolare per quello perugino. È morto nella notte a 74 anni l’ex calciatore, allenatore e capitano del Perugia Pierluigi Frosio. Era stato colpito da una malattia e ricoverato all’ospedale di Monza. A Perugia, Frosio ha giocato, nel ruolo di libero, per 10 stagioni ed è stato tra i grandi protagonisti della storica promozione in serie A nella stagione 1974-75 e del secondo posto in Campionato nella stagione 1978-79, quella che il Perugia allenato da Luigi Castagner ha chiuso imbattuto.
Una brillante carriera anche da allenatore
La carriera di Pierluigi Frosio si è chiusa al Rimini in serie C2 nel 1985 con Arrigo Sacchi in panchina. Finita la carriera da calciatore riparte come allenatore dalle giovanili del Perugia. Nel 1987 guida il Monza alla promozione in B e poi nel 1990 passa all’Atalanta, in A. Tra le tante squadre che ha guidato nelle serie minori anche Como, Modena e Ravenna, Novara, Padova e Ancona.
Pierluigi Frosio e la sua figurina ricercatissima sull’album Panini
Quello di Pierluigi Frosio era il calcio dove le maglie erano ancora dall’1 (quella del portiere) all’11 (l’ala sinistra). Quella del capitano del Perugia era stata per sempre la numero 4. Maglia da libero e fascia da capitano al braccio, quando quella fascia aveva un valore simbolico ed etico. Il capitano che parlava con l’arbitro di turno (i vari Michelotti, Lobello, Menegali) con le mani dietro la schiena e dove la questione si risolveva in pochi secondi. Se la rete era annullata o convalidata, non c’era protesta che tenesse. Non esistevano Var, quarto uomo o ripensamento di sorta. La decisione dell’arbitro era immediata: cassazione. Emozioni uniche, che erano consegnate anche all’immaginario dei ragazzi dell’epoca, che con le figurine dell’album Panini creavano le loro collezioni, i giochi e gli scambi che nessuna playstation oggi sarebbe in grado di regalare. Frosio, numero 222 nell’album dei calciatori della stagione 1976-1977, era uno degli introvabili. E negli scambi tra bambini all’insegna del “Ce l’ho”, “Mi manca”, “Ce l’ho”, era uno dei più ricercati. Con la sua morte se ne va un pezzo dell’infanzia di tanti bambini e adolescenti degli anni ’70.