Anche di Maio nel suo piccolo ci prova. Domani sarà a Kiev e poi a Mosca: dialogo e deterrenza
Non ha le physique du role ma non può restare alla finestra. Luigi Di Maio non è da meno del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Che oggi è stato a Kiev. E domani andrà a Mosca per incontrare Putin. Il titolare della Farnesina domani volerà nella capitale ucraina per un incontro diplomatico sulla crisi. In agenda anche una visita al Cremlino. Una missione difficile per il ministro grillino. Che in passato non ha brillato per essere all’altezza del compito. E anche in questi giorni ha collezionato un’altra gaffe, accodandosi baldanzoso alla missione di Macron a Mosca. Il cui successo è stato sonoramente smentito da Putin.
Domani Di Maio vola in Ucraina e a Mosca
La linea italiana sulla crisi che sta infiammando l’Ucraina di fronte a una aggressione russa (sempre più probabile) è quella indicata dal premier Draghi. Deterrenza, de-escalation senza però chiudere le porte al dialogo con Mosca. Ma anche “opportunità di sanzioni gravi” in caso di invasione dell’Ucraina. Questa la posizione del premier alla videoconferenza organizzata dal presidente Usa Joe Biden. Per aggiornare gli alleati sulla polveriera in Ucraina.
La linea italiana: dialogo e deterrenza
Qualche giorno prima davanti alla commissioni Esteri e Difesa congiunte, il ministro Di Maio e il collega Lorenzo Guerini hanno spiegato la road map di Palazzo Chigi. Dialogo e deterrenza, doppio binario ma non doppio gioco. “L’Italia dal 2014 non ha mai smesso di difendere e sostenere l’integrità territoriale e la piena sovranità dell’Ucraina”, ha detto il ministro 5Stelle. Sabato scorso, di fronte all’escalation degli eventi e in via precauzionale, poi la Farnesina ha invitato “i connazionali a lasciare temporaneamente l’Ucraina con i mezzi commerciali disponibili”. D’intesa con le ambasciate dell’Unione europea presenti nel Paese, Di Maio ha deciso di far rientrare il personale non essenziale della nostra sede diplomatica a Kiev. Che resterà in ogni caso pienamente operativa. Le diplomazie occidentali sono al lavoro per evitare in tutti i modi un escalation delle crisi tra Russia e Ucraina. Lavoriamo per una soluzione diplomatica, ripete il nostro ministro degli Esteri. Che aspetta dal Cremlino “segni tangibili in tal senso”. E che mercoledì incontrerà il suo omologo Lavrov.
Pronti a spedire i militari se la Nato lo chiede
Intanto, secondo le ricostruzioni dei maggiori quotidiani italiani (Corriere della Sera, Repubblica e Stampa) l’Italia è pronta a dare il suo contributo militare all’interno dell’Alleanza atlantica. Se la Nato deciderà di irrobustire il dispositivo schierato a difesa del fianco Sud-Est dell’Europa fino a 2.000 militari il nostro Paese potrebbe spedire in prima linea circa 200 uomini. Tra alpini e bersaglieri. In ogni caso, una nuova missione italiana per fare fronte alla crisi in Ucraina dovrà prima essere autorizzata dal Parlamento. Mentre il ministro degli esteri russo Lavrov avrebbe riferito al presidente Putin che ci sono chance di trovare un accordo con l’Occidente.