Ancora pessimismo, Pregliasco: «Il prossimo inverno a rischio. Il Green Pass? Fino a giugno»
È ancora presto per togliere tutte le misure? «Come dico sempre non esiste un manuale di gestione della pandemia e ci possono essere molte valutazioni politiche a riguardo. Spesso non si conta solo la salute, ma l’equilibrio sociale, psicologico ed economico di un popolo. Anche in Italia c’è molta voglia di finirla con le misure e tanti messaggi di questi giorni vengono interpretati come un liberi tutti, mentre ogni giorno è ancora come se cadesse un aereo per i tanti morti che si registrano». Lo dice Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi, in un’intervista a La Stampa.
«L’estate sarà tranquilla, ma l’inverno prossimo…»
In questo quadro è giusto togliere lo stato di emergenza? «Sì, ma occorre spiegare che questo comporta una maggiore responsabilizzazione dei cittadini – avverte – Bisogna andare per gradi, salvaguardando la vaccinazione, i richiami e preparandoci all’endemizzazione del virus. L’estate magari sarà tranquilla, ma l’inverno prossimo sarà certamente a rischio».
Pregliasco: «Il Green Pass? Almeno fino a giugno»
Pregliasco si mostra prudente anche sul Green Pass. Va mantenuto? «Anche qui serve prudenza. Il Green Pass non deve durare per sempre, ma almeno fino a giugno sì. Poi si vedrà in base all’andamento epidemiologico», risponde Pregliasco. Tutto questo dipende da se Omicron rimarrà stabile? «Omicron 2 già esiste e nuove varanti sono possibili. Servono un piano pandemico e una continua sorveglianza per prevenire ogni sorpresa. Omicron non sarà l’ultima delle varianti, ma per fortuna è più probabile che le mutazioni vadano verso un’attenuazione della pericolosità del virus», osserva.
«Quarta dose per i soggetti fragili»
E sulla quarta dose spiega: «La gente è stufa e penso sia realistico, salvo emergenze, che la facciano i soggetti fragili, come per l’antinfluenzale». Mentre sul nuovo vaccino Novavax puntualizza: «È un ulteriore frutto della ricerca per convincere chi, a torto, teme i vaccini attuali».