Basta mascherine, ma qualcuno che già le rimpiange: in Italia l’emergenza rassicura più della libertà…
Da oggi non c’è più l’obbligo di mascherina all’aperto. Prime prove di una normalità ancora da definire per quanto surreale. Si può tornare in strada a volto scoperto, ritorneranno i sorrisi, però dovremo averle sempre con noi e utilizzarle in caso di assembramento e nei luoghi al chiuso. L’Italia si toglie il feticcio pandemico ma solo all’aperto. Un provvedimento applaudito dalla stampa che lo definisce un segnale di apertura e ritorno alla normalità.
In questo clima paradossale da mascherina 2.0 ,il virologo Bassetti posta sui profili social una sua foto con sorriso aperto e lancio della FFP2 “Oggi finalmente lanciamo via l’obbligo delle mascherine all’aperto nell’attesa di farlo presto anche al chiuso. Gli ospedali non sono più in affanno per il Covid e si vede una luce all’orizzonte sempre più forte. Torniamo alla vita che abbiamo sempre fatto prima del Covid”. Se da una parte c’è una spinta a lasciarsi alle spalle quello che era una quotidianità straordinaria, non perché meravigliosa, ma legata all’eccezionalità del virus, dall’altro ecco emergere l’a-normalità’ post pandemica riflettere chiara una nuova triste figura: il malinconico aficionado da mascherina.
Il feticcio sul viso, reputato fino a ieri una costrizione di libertà e segno di chiusura, oggi diventa oggetto di rimpianto. Claudio Velardi, giornalista, saggista e blogger italiano di sinistra, a tal proposito ha cinguettato: “Continuerò a tenere la mascherina nelle occasioni in cui mi sembrerà utile. L’abbiamo scoperta perché ci è stata (giustamente) imposta, ma la strisciolina di stoffa protegge la salute di ognuno, al di là del Covid. Perché dunque non usarla anche in futuro, liberamente?”
Abbiamo scoperto che la mascherina imposta ha generato una costrizione da cui non ci si vuole liberare. Sulla stessa linea di assurdo rimpianto sanitario è il pensiero della giornalista della Stampa, Caterina Soffici la quale dichiara “Da oggi non c’è più l’obbligo di usare la mascherina all’aperto E già ne sentiamo un po’ di nostalgia. Scommetto che molti continueranno a indossarla lo stesso”.
Massimo Gramellini, noto giornalista che piace tanto ai radical, accomuna i feticci pandemici alla coperta di Linus nel suo ‘Caffè’ sul Corriere della Sera e si chiede perché le Ffp2 saranno “immediatamente un ricordo e per qualcuno persino un rimpianto”. Come sarà possibile senza mascherine a parlare “da soli in strada” e senza che nessuno se ne accorga? E come faremo a rimanere “colpiti dallo sguardo intrigante di qualche persona sconosciuta”? Sarà impossibile esigere “la libertà” di andarsene in giro “struccate”, “non sbarbati” e senza “lavare i denti”. “Come tante altre cose che all’inizio sembravano insopportabili, la mascherina ci mancherà”.
Uno stato di emergenza radicato nella nostra mente da portarci a rimpiangere ciò fino a ieri era definita una costrizione di libertà e che oggi, è un qualcosa difficile da lasciarsi alle spalle.