Brescia, barista denuncia le vessazioni della baby gang a “Le Iene”: gli incendiano il locale (video)

18 Feb 2022 8:40 - di Natalia Delfino
baby gang

Si era rivolto a Le Iene per denunciare le vessazioni che da mesi subiva da parte di una baby gang. Non appena, però, la puntata cui aveva partecipato è finita, il suo locale è andato in fiamme. È successo a Yuri Colosio, il 27enne proprietario di un locale a Ghedi, in provincia di Brescia. «Appena finito il servizio delle Iene questo è il risultato e l’ennesimo sopruso che dobbiamo affrontare. A questo punto anche combattere per il diritto al lavoro diventa difficile», ha scritto Colosio sui social, postando sulla pagina del locale anche il video della devastazione, sulla quale indagano i carabinieri.

La denuncia del barista a “Le Iene”

Nel corso della puntata “Nel mirino della baby gang”, a Le Iene Colosio aveva riferito delle prepotenze della baby gang che si erano fatte minacce e delle minacce diventate aggressioni, nonostante le numerose denunce, tanto che alla fine il giovane aveva deciso di non aprire più. «Vanno in giro con i macete e con il passamontagna. Io in sei mesi ho preso una bottigliata e tre coltelli alla gola. Sono organizzati, girano sempre in gruppo, se gli rispondi è finita. Hanno 18-20 anni, ma ci sono un paio di minorenni», ha spiegato Colosio.

Le intimidazioni e le aggressioni della baby gang

«A settembre uno di loro ha buttato una ragazza su un divanetto del mio locale, il buttafuori lo ha visto e lo ha allontanato», ha raccontato ancora Colosio, riferendo di come l’intervento del buttafuori a difesa della ragazza abbia provocato una furiosa reazione del membro della baby gang, che gli è costata nove punti di sutura al volto. «Sono intervenuto, lui è scappato ed è tornato dopo 5 minuti con un coltello che mi ha puntato in faccia, dicendomi vieni qua che ti apro in due». Da lì in poi, come riferito dal Giornale di Brescia, per Colosio e il suo locale non c’è stata più tregua, tra vetrate distrutte, atti intimidatori, fra i quali anche una pistola rotta davanti all’ingresso e successive aggressioni, compresa quella al padre.

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