Buttafuoco svela le “carte” del Quirinale: “Mattarella ha bluffato, la gerontocrazia ha vinto”
“Da spettatore resto a bocca aperta perché a questo finale non avevo pensato”. Pietrangelo Buttafuoco è sorpreso dell’esito di Romanzo Quirinale. Tutto giocato sulla dissimulazione ispirata al peggiore stile gesuitico- democristiano. “Tutto teatro”, dice lo scrittore, giornalista, intellettuale ‘pandemicamente scorretto’ , che in una lunga intervista a La Stampa ricostruisce la partita del Colle e la rielezione di Sergio Mattarella.
Quirinale, Buttafuoco: finale degno di Camilleri
“C’è un aspetto di pantomima – dice – che riusciamo a vedere con il senno del poi. Una sceneggiatura che solo Camilleri avrebbe potuto immaginare”. Troppo esibizionismo in quei segnali. Gli scatoloni, il trasloco, i bambini che si avvicinano con lettere e disegni, mi ricordano la famosa scena di De Amicis della “carezza del re”. Insomma l’amato presidente in uscita non aveva nessuna intenzione di andare in pensione. Nel linguaggio democristiano se dici una cosa intendi l’opposto. Buttafuoco cita poi una ‘previsione’ di Totò Cuffaro. “Solo perché non lo conoscete potete credere che ci sia un altro esito”.
L’apoteosi della dissimulazione
L’apoteosi della dissimulazione, insomma. Pur di mantenere lo status quo. Lo scrittore siciliano è impietoso: I sinistri-Dc fanno sempre il contrario di quello che dicono. Si dice no, ma invece è sì. “Dissimulazione, appunto. Dissimulazione che il centrodestra non ha capito, tanto che ne esce in frantumi”. La fine del centrodestra, che Buttafuoco distingue nettamente dal berlusconismo, ha radici lontane.
Manca il metodo Tatarella
La coalizione finisce perché, paradossalmente, non c’è più quel metodo che si accompagnava al Mattarella di una volta, cioè Giuseppe Tatarella. Il ministro dell’Armonia campione di aperture. “È venuta meno una strategia che era quella di allargare l’area. In Italia c’è una maggioranza che per storia, sensibilità, identità è di centrodestra, ma non riesce mai ad avere un peso politico e culturale”.
Ha vinto la gerontocrazia su tutto
Tra le conseguenze negative anche l’aumento della distanza tra Palazzo e cittadini. Questo colpo di “tiatro” porterà ad aumentare la forbice dell’astensione della maggioranza silenziosa. La morale è disarmante. Al di là delle schermaglie, dei presunti king maker, dei tanti tavoli, Buttafuoco non ha dubbi. Nella partita del Quirinale ha vinto ‘il vecchio”. “A perdere è la generazione attiva. La gerontocrazia si impossessa di tutto. L’unica vera distinzione è tra un Palazzo che sa difendere se stesso e il resto intorno”.
Salvini e Mel0ni non devono farsi la guerra
Sulla coppia Salvini-Meloni è molto abbottonato. «Devono evitare di cadere in un errore. La pluralità dei leader deve essere un vantaggio, non uno svantaggio». Cosi il raffinato scrittore de Le uova del Drago. Che avrebbe visto bene sul Colle più alto Anna Finocchiaro, Giulio Tremonti. Ma anche Francesco Rutelli o Antonio Martino.