Calenda replica il giochino di Roma: “Noi né di qua né di là”. Ma già apre le braccia a Letta
Carlo Calenda replica il giochino già sperimentato a Roma. Proclama la sua equidistanza dai due poli ma già sa quale sarà la sorte di Azione, che celebra il suo primo congresso e si fa partito. Ma finge di non saperlo. Finirà nel campo largo con Enrico Letta e partitini vari di sinistra. Ma ancora va dicendo che lui non starà mai dove sta il M5S. E neanche dove sta Giorgia Meloni.
“Per noi oggi è importante aprire la fase Azione partito – assicura celebrando il primo congresso della sua creatura politica – Oggi Azione è partito radicato con 1100 amministratori locali, 30 sindaci e noi riteniamo che nella prossima legislatura vadano portati gli amministratori in Parlamento”.
“Il nostro orizzonte è un orizzonte terzo rispetto a centrodestra e centrosinistra perché sono alleanze imprigionate” da populismo e sovranismo “e infatti si sfasceranno dopo le elezioni”.
L’orizzonte non è terzo, ma è quello della sinistra. E’ lo stesso Calenda a chiarirlo affermando che non sarà mai con Salvini e Meloni. Semmai può dialogare – concede – con la Lega di Giorgetti. E Letta ringrazia: “Insieme faremo grandi cose”, dichiara entusiasta.
Al Pd chiede sempre la stessa condizione, già ripetuta in occasione del voto a Roma, quando diceva di essere “terzo” e poi ha appoggiato Gualtieri. “Vincere insieme le politiche del 2023? Io a Letta dico tutto questo è possibile ad una condizione che lui sa perfettamente: che non ci siano M5S. Ma siccome questa condizione non ci sarà, i 5 Stelle saranno alleati del Pd finché continueranno ad esistere e secondo me ancora per poco”. “Ora c’è Draghi – aggiunge – che tiene insieme tutto, ma un governo politico con i 5 Stelle diventerebbe impraticabile”.
Infine, un po’ di autoelogio, che non manca mai. Ma cosa abbiamo combinato in questi due anni? Ripensate a ogni volta che ci hanno detto che non ce la potevamo fare” e oggi “siamo sesto partito italiano secondo i sondaggi”.
“Voglio iniziare ringraziando le persone che lavorano in Azione, i ragazzi che hanno tenuto in piedi Azione e sconfitto tutti gli altri nella campagna a Roma. L’unico antidoto vero al distacco dalla politica è il lavoro duro. E ringrazio anche le persone che hanno sostenuto economicamente Azione. E’ stata sostenuta dai più grandi imprenditori: chi dà lavoro, non si deve vergognare di sostenere un partito, è un dovere farlo. Ringrazio Alberto Bombassei. E poi vorrei ringraziare gli ospiti, anzi gli interlocutori. Io mi ritrovo in tantissimi discorsi. Mi ritrovo in quello che ha detto Speranza sul servizio sanitario nazionale. Oggi vorrei riflettessimo innanzitutto su quello che abbiamo conseguito”.