Cannabis, Rampelli: «Non vogliamo una classe dirigente “sballata”. La Consulta bocci il quesito»
“I giovani di oggi sono la classe dirigente di domani. Che avrà il compito di guidare l’Italia e orientarne la crescita. Non vogliamo una classe dirigente sballata”. Così Fabio Rampelli, durante la conferenza stampa organizzata da Maria Teresa Bellucci a pochi giorni dal verdetto della Corte Costituzionale sul quesito referendario che propone la legalizzazione della cannabis.
Cannabis, FdI: non mandiamo in fumo il futuro
Una scelta forte, quella di Fratelli d’Italia, anche se costosa. “Non mandiamo il futuro in fumo”, è il sottotitolo dell’incontro che si è svolto nella sede della Fondazione Alleanza nazionale in via della Scrofa. Presenti oltre ai parlamentari di FdI anche il leader di Gioventù nazionale Fabio Roscani e i rappresentanti di associazioni e operatori che si battono ogni giorno per una società libera dalle droghe. “Noi come partito che ha un movimento giovanile, ci rimettiamo anche in termini elettorali a contrastare la legalizzazione delle droghe”, ha aggiunto il vicepresidente della Camera. “Ma non rinunciamo ai nostri valori pro vita anche se questo ci può costare in termini di attrattività”.
Rampelli: spero la Consulti bocci il quesito sulla cannabis
“La battaglia contro ogni tipo di droga è per noi irrinunciabile. E ci rattrista osservare che, di fronte a numeri drammatici, le forze politiche si limitino a mantenere posizioni ideologiche. O a nascondersi per non perdere il consenso dei ragazzi. Ci auguriamo – ha concluso il parlamentare di FdI – che la Consulta bocci il quesito riconoscendo l’incostituzionalità del referendum. In quanto lesivo della salute e della vita. Ma se malauguratamente non dovesse accadere saremo pronti a una grande battaglia di civiltà per la vita. E contro ogni sua forma di annichilimento”.
Balboni: sulla droga si confrontano due idee di società
“Sono diversi i paradossi che si verrebbero a creare se passasse questo referendum”. Lo ha sottolineato il senatore Alberto Baldoni intervenendo all’incontro con la stampa dal titolo “Cannabis legale. Le ragioni del no”. Il primo è che verrebbe reso sostanzialmente legale lo spaccio di cannabis, punito al massimo con una multa. L’altro paradosso riguarda la perseguibilità in caso di spaccio ai minori o davanti alle scuole, mentre vendere loro una birra, ad esempio, continuerebbe ad essere punibile. “Altra questione – incalza il senatore di FdI – è rappresentata dall’abrogazione della norma che sospende la patente a chi è alla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti. Immaginate l’impatto sulla sicurezza di ognuno di noi se si arrivasse a questo. Ormai è chiaro che si confrontano due idee di società e di cultura. Quella dello sballo, che vuole far passare tutto per normale e in cui tutto può essere trasformato in business. E quella fatta di regole, sicurezza e valori”.
Bellucci: si rischia il cortocircuito giuridico
“L’eventuale approvazione dei quesiti referendari genererebbe un cortocircuito giuridico. E molto caos all’interno dell’ordinamento. Cosa che, sono certa, il 15 febbraio la Corte Costituzionale non potrà ignorare”. Così Maria Teresa Bellucci, promotrice dell’incontro e capogruppo di FdI in commissione Affari Sociali. “Legalizzare equivale a promuovere il consumo di stupefacenti. E noi non possiamo avallare l’ipotesi di uno Stato che si volta dall’altra parte. Quando si parla di salute dei cittadini, soprattutto in età evolutiva”. Chi ha promosso questo referendum – incalza la parlamentare di Fratelli d’Italia – persegue un fine incostituzionale. Con questa conferenza stampa abbiamo voluto compattare il fronte del No. Coinvolgendo anche gli operatori del settore. Gli interessi economici dietro questo referendum – conclude la Bellucci – non possono comprimere il diritto alla salute. E alla corretta informazione. Siamo convinti che ci sia una maggioranza, seppur più silenziosa, che è contro la cannabis legale e che questa sia una battaglia trasversale”.