Centrodestra, da Salvini segnali di pace: «Con il Pd contro la pandemia, ma con Letta finisce qui»

21 Feb 2022 10:23 - di Redazione
Salvini

«Passato il nervosismo delle ultime settimane io sono fiducioso del fatto che si torni a lavorare in maniera unitaria». È un Matteo Salvini in modalità ecumenica quello che intervistato a Radio 24, emittente di Confindustria. Tanto da riservare l’unico tocco polemico a Carlo Calenda, che alla kermesse di Azione aveva (piuttosto goffamente) auspicato il dialogo con «la Lega di Giorgetti e non con quella di Salvini». «Che carino – ironizza il leader del Carroccio -, è un tipo simpatico ma parliamo di temi concreti. Calenda è stato eletto con il Pd, cambia spesso idea. Dialoghi con chi vuole».

Salvini intervistato a Radio 24

Ma è l’unico picco dell’intervista. Nessuna polemica («cerco di passare il tempo costruendo») invece con Giorgia Meloni , i cui rapporti risultano ancora intossicati dalle scorie quirinalizie. Salvini derubrica tutto a «nervosismo» che deve passare per poi tornare alla tradizionale compattezza. Infatti, sul “colore” del prossimo governo non sembra avere dubbi: «Con l’attuale centrodestra che governa 14 Regioni e centinaia di Comuni». La prospettiva del pieno recupero dell’alleanza non distrae tuttavia il Capitano dalle incombenze del presente. A cominciare dalle tensioni che si respirano nella coalizione di governo.

«Addio green pass al 31/3? Parliamone il 21»

Sul punto, Salvini dice di non vedere nessun rischio di “guerriglia” nella maggioranza. «Se si lavora – sottolinea – non c’è tempo per litigare. Ora abbiamo altre scadenze. Se il Parlamento riesce a migliorare qualche provvedimento bene venga». Nel frattempo, s’intesta i 7 miliardi messi a disposizione dal governo per soccorrere famiglie e imprese stremate dal caro-bollette. «Sono soddisfatto – dichiara –. Sicuramente non sono risolutivi ma per le famiglie più in difficoltà e per le imprese sono passi in avanti». Quanto all’annunciato stop al green pass al prossimo 21 marzo, Salvini non si sbilancia: «Riparliamone il 21 marzo, quando mancheranno pochi giorni». Ma la sua opinione è che se i numeri segnaleranno la cessata emergenza si dovrà tornare alla normalità.

Sulla cristi ad Est: «Dialogare con Putin»

Anche politica. «Non vedo perché continuare a stare col Pd. Se non ci fosse stata la pandemia – ha ricordato – non avremmo mai accettato di governare con la sinistra». Ma c’è spazio anche per la politica estera e i venti di guerra che soffiano al confine tra Russia e Ucraina. «Dopo la “guerra” sanitaria da cui stiamo finalmente uscendo – spiega il leader della Lega –, l’ultima cosa che serve è una guerra. Spero che tutti abbiano nel negoziato la priorità. La guerra non conviene a nessuno». Infine, una punta polemica all’indirizzo della stampa a proposito dell’insistenza con cui si batte perequando sottolinea che per lui il dialogo con la Russia è «fondamentale». «Ma poi – rileva – finisco sui giornali come “amico di Putin“: semplicemente non vorrei regalare la Russia alla sfera di influenza cinese».

 

 

 

 

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