Cerno e l’inchiesta sulla droga: al senatore dem viene risparmiato il “trattamento Morisi”
Il nome del senatore dem Tommaso Cerno finisce negli atti dell’inchiesta sul traffico di droga che coinvolge anche la sorella di Ornella Muti. Chiariamo che Cerno compare solo come cliente e non come indagato. In ogni caso contro di lui non si scatena, per fortuna, la gogna che colpì lo spin doctor di Salvini, Luca Morisi. L’indagine a suo carico, tra l’altro, finì archiviata.
“Mai come oggi – commenta Libero – Tommaso Cerno apprezzerà di non essere un senatore leghista… se lo fosse sarebbe già materia inerte, l’ennesima, a disposizione delle iene del circuito mediatico-giudiziario”.
Cerno ha gettato ogni colpa sul suo ex, versione che i giornali prendono per oro colato: «Sapevo tutto di questa vicenda rispetto alla quale sono completamente estraneo. All’epoca ero fidanzato con un ragazzo che aveva dei problemi. Evidentemente quando non ero a casa ha ricevuto gli spacciatori». E aggiunge: «Non era la persona giusta ma io non ho compiuto alcun reato».
Gli inquirenti hanno ricostruito i traffici di cocaina e droga dello stupro, scoprendo che delle dosi, «per uso personale», sono finite in casa del senatore, consegnate a domicilio da due indagati il 9 settembre, il 23 settembre, il 17 ottobre e il 25 ottobre del 2019.
L’ex compagno, Marco, intervistato da Repubblica, nega tutto anche se secondo gli inquirenti era lui a fare da tramite con i pusher. “Cado dalle nuvole, non so nulla di questa indagine. Ascolto le parole che mi sta dicendo e mi sembra tutta una grande bufala”. E ancora: “Io con Cerno non ho mai sentito parlare di cocaina, le assicuro. Né abbiamo mai fatto uso di Ghb”. Da otto mesi lui e il senatore hano rotto, non si sentono più. “Io – dice Marco – a metà del 2019 sono andato all’estero, a lavorare a Zanzibar».