Colonne militari russe stanno entrando nel Donbass. Kiev denuncia: uccisi i primi due soldati
Crisi Ucraina-Russia, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe ordinato alle forze russe di svolgere un ruolo di peacekeeping nelle regioni di Donetsk e Luhansk del Donbass. Lo riferiscono media russi, mentre diversi media ucraini parlano di colonne militari russe già entrate nel Donbass. Pubblicate immagini video che farebbero riferimento all’ingresso delle forze di Mosca nelle repubbliche separatiste, ma non ci sono al momento conferme ufficiali.
Ucraina, due soldati uccisi
La Kiev arriva la notizia che due soldati ucraini sono stati uccisi nella notte e altri 12 sono rimasti feriti da colpi di mortaio. È quanto si legge nel rapporto di questa mattina delle Forze congiunte ucraine diffuso dal ministero della Difesa. Sono 84 le violazioni segnalate da Kiev del cessate fuoco nelle ultime 24 ore compiute dalle forze filo-russe. In 64 violazioni sono state usate armi proibite dagli Accordi di Minsk.
Borrell: «Aperta aggressione contro l’Ucraina»
I decreti del presidente russo con «l’ordine di una cosiddetta missione di pace nelle repubbliche di Donetsk e Luhansk sono un’altra aperta aggressione contro l’Ucraina e violazione della sua integrità territoriale e sovranità». Così su Twitter l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, chiedendo «al più presto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu».
Zelensky: «I confini restano gli stessi»
Dura la reazione del presidente ucraino Voldymyr Zelensky. Ieri sera in un discorso alla nazione ha detto che «I confini internazionali dell’Ucraina resteranno gli stessi», nonostante il riconoscimento da parte russa delle Repubbliche di Luhansk e Donetsk. «Non cederemo niente a nessuno», ha aggiunto, ribadendo di essere «un sostenitore di una soluzione politica e diplomatica. Siamo dedicati a un percorso pacifico e diplomatico, siamo sulla nostra terra. Non abbiamo paura di niente e di nessuno, non dobbiamo niente a nessuno, non cederemo niente a nessuno», ha detto ancora.
L’Ucraina vuole “la pace”
L’Ucraina “vuole la pace”, ha ribadito il presidente ucraino, dicendo di «aspettarsi chiare ed effettive misure di sostegno da parte dei nostri partner». Poi Zelensky ha accusato la Russia di aver distrutto ogni sforzo di pace e gli “esistenti formati negoziali”. «Non è febbraio del 2014 – ha continuato, in un riferimento alla rivolta di piazza Maidan – ma febbraio del 2022. È un Paese diverso, c’è un esercito diverso, c’è un unico obiettivo, la pace». Le azioni russe per il riconoscimento delle repubbliche separatiste, ha aggiunto, rappresentano «una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale».
Riunione al palazzo di Vetro dell’Onu
In nottata si è riunito l’esecutivo dell’Onu. Kiev chiede a Mosca di rinunciare al riconoscimento delle Repubbliche autoproclamate del Donbass. «Chiediamo alla Russia di cancellare la decisione sul riconoscimento e di tornare al tavolo negoziale», ha affermato l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, durante la riunione di emergenza dell’esecutivo dell’Onu. «Condanniamo l’ordine di dispiegamento di truppe addizionali nei territori dell’Ucraina. Chiediamo un ritiro immediato, completo e verificabile delle truppe di occupazione». E poi ancora. «Oggi il Cremlino ha copiato e incollato parola per parola il decreto della Georgia del 2008», ha detto, alzando un foglio stampato. «Nessuna creatività», ha aggiunto. «La fotocopiatrice del Cremlino funziona molto bene».
La Russia a Kiev: stop alle “provocazioni”
Intervenendo al Palazzo di Vetro a New York, l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vassily Nebenzia ha detto che Kiev aveva in programma di bombardare e provocare Luhansk e Donetsk. A seguito del riconoscimento delle due regioni da parte di Mosca, ciò potrebbe avere “conseguenze estremamente pericolose”, ha affermato dal canto suo Nebenzia che ha accusato la dirigenza ucraina per la escalation delle tensioni. Il “rifiuto netto” di Kiev di parlare direttamente con i leader separatisti nel Donbass – ha affermato – dimostra che l’Ucraina non intende adempiere alla sua parte degli accordi di Minsk. Per evitare la guerra, ha concluso, l’Ucraina deve essere costretta a porre fine alle sue “provocazioni”.
«Proteggere e preservare i residenti del Donbass»
Citato dalla Tass Nebezia ha poi precisato che le decisioni prese da Mosca in merito alle Repubbliche dell’est dell’Ucraina sono state attuate per prevenire uno “spargimento di sangue” e “proteggere e preservare” i residenti di quelle regioni. Nebenzia ha giustificato il riconoscimento russo di Donetsk e Luhansk sostenendo che l’Ucraina stava “parlando con i propri cittadini nell’est del paese con un linguaggio fatto di cannoni, spari, minacce e bombardamenti”.
«Più e più volte, abbiamo chiesto a Kiev di ascoltare le aspirazioni delle persone che vivono nel Donbass e dei residenti di lingua russa del paese, di rispettare il loro desiderio completamente legittimo di usare la loro lingua madre e di insegnare quella lingua ai loro figli», ha dichiarato ancora il diplomatico, citato dalla Cnn.
«Ancora aperti a una soluzione diplomatica»
«Siamo ancora aperti alla diplomazia, ad una soluzione diplomatica, ma non intendiamo più permettere un nuovo massacro sanguinoso». «Ora – ha dichiarato intervenendo al Palazzo di Vetro – è importante concentrarsi su come evitare la guerra e costringere l’Ucraina a fermare i bombardamenti e le provocazioni contro Donetsk e Luhansk». Nonostante ciò, ha chiarito, la Russia “rimane aperta alla diplomazia”. «Kiev non solo è tornata molto rapidamente alla retorica militante e ha continuato a bombardare i civili, ma ha anche fatto di tutto per sabotare e infine distruggere gli accordi di Minsk».
L’ambasciatrice Usa
L’ordine di dispiegamento di truppe russe nella regione ucraina del Donbass altro non è che il primo passo di una più ampia invasione. A dichiararlo è stata Linda Thomas-Greenfield, ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, intervenendo alla riunione di emergenza dell’esecutivo Onu a New York. L’affermazione del presidente russo Vladimir Putin, che ha annunciato l’invio di una forza di pace è “senza senso”. «Si tratta chiaramente di una mossa che serve da base per il tentativo russo di creare un pretesto per un’ulteriore invasione dell’Ucraina». Con il riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche di Luhansk e Donetsk Putin «ha distrutto gli accordi di Minsk».