Conte e il “patto della barchetta” con Di Battista e Travaglio. “Basta inciuci, imitiamo la Meloni”
Il retroscena è ghiotto e lo pubblica questa mattina “Repubblica“, ma in tanti, nel M5S, erano a conoscenza di quella cena segreta dei contiani o aspiranti tali che il quotidiano ribattezza come “il patto della Barchetta“, dal nome del ristorante, la Barchetta appunto, trattoria frequentata da politici, soprattutto grillini, a due passi da Castel Sant’ Angelo, a Roma, ovviamente.
Al tavolo, per definire una strategia che non faciliti l’annessione del Pd e l’omologazione draghiana, che sta trascinando il Movimento ai minimi storici nei sondaggi nonostante la buona popolarità di Conte, oltre a “Giuseppi” anche Alessandro Di Battista e Marco Travaglio. Quest’ultimo, peraltro, proprio ieri in un editoriale aveva demolito il progetto di Letta per un “campo largo” del centrosinistra che inglobi, e fagociti, i Cinquestelle nel nome della continuità e della stabilità del governo Draghi.
Conte e la cena segreta con Di Battista e Travaglio
“Repubblica” racconta di una cena tutt’altro che di cazzeggio. “Si è parlato di politica. L’ex premier vorrebbe reingaggiare Dibba, il quale – lo ha raccontato in tv – per ora declina l’offerta, per ragioni di alleanze. Non digerisce l’asse giallorosso. Vorrebbe un ritorno al Movimento delle origini: corsa solitaria alle politiche del 2023, 5 Stelle contro tutti, mani libere. Una tentazione valutata dai parlamentari vicini all’ex premier, anche se Conte per ora non si sbilancia….”. Secondo il retroscena, di questa cena, nelle chat del Movimento, si discute da giorni. “C’è chi dice: Giuseppe non ha ancora deciso, proverà a tenere insieme la coalizione col Pd. Altri la pensano all’opposto: è pronto a sganciarsi, per rifondare il 5 Stelle, in chiave movimentista. Più di lotta che di governo. Come ha fatto Meloni col centrodestra…“.
Il ruolo del “Fatto Quotidiano” nella linea del M5S
Al tavolo, per il “patto della barchetta”, c’era anche Travaglio, che proprio ieri ha ribadito la linea, dettandola a Conte: “Il M5S, come FdI, guadagna voti quando è solo contro tutti e li perde quando si avvicina troppo agli altri”. Intanto Conte aspetta l’esito della consultazione on line fissata per il 10 e l’11 marzo ma anche l’esito del ricorso al Tribunale di Napoli che deve esprimeresi sull’istanza degli avvocati per rimettere in sella al M5S l’ex premier. Subito dopo potrebbe arrivare la mossa del cavallo…